Le nostre vacanze in Trentino Alto Adige

by SimoneDF
panorama delle Dolomiti

“Mamma mia che bel fresco! Come si sta bene qui in montagna!”

“…ma il mare d’estate è un’altra cosa!”

“Eh, lo so, ma abbiamo detto un anno al mare e un anno in montagna. Quest’anno è toccato alla montagna. E poi, scusa, non lo senti lo iodio?”

“Lo iodio? Ma che stai a di’? Mica siamo al mare…”

“Un tempo lo era…però!”

 

Nella nostra famiglia ogni anno comincia una lotta interminabile quando si tratta di decidere dove andare in vacanza. Io e Annurchetta abbiamo punti di vista completamente differenti: lei è una sirena cresciuta sul litorale, io sono un tricheco con le bacchette da hiking.

Per carità, il mare lo adoro: mi piace, ma solo il mare in cui posso fare snorkeling e stare nell’acqua per ore a nuotare e ammirare il mondo nascosto al di sotto. La montagna vince però. Sarà che nel 2008 mi sono fatto un viaggio in Islanda e sono rimasto folgorato, sarà perché le estati me le facevo in Umbria dalla mia nonna Angelinetta. Sarà quello che vi pare, ma la montagna per me è sul gradino più alto del podio.

Dopo due anni di mare in Emilia Romagna mi sono sbattuto per starcene un po’ al fresco, a respirare aria buona, a camminare nella natura: Trentino Alto Adige, insomma.

Nonostante le premesse catastrofiche di cui vi parlerò più avanti, abbiamo trascorso dieci bellissimi giorni in un residence in Veneto, al confine con il Trentino. L’idea di un residence, in cui devi cucinarti e fare le cose da solo ci spaventava un po’, non perché ci facesse schifo, ma quando tutto  l’anno non stacchi mai vorresti non alzare un dito e riposarti completamente.

La struttura

Ingresso del Residence con giochi e Pale di San Martino sullo sfondo

L’ingresso del Residence Panorama, con i giochi e le Pale di San Martino sullo sfondo.

Compatibilmente con il nostro budget ho cercato una soluzione che ci permettesse di soggiornare il più a lungo possibile, di stare almeno una settimana e, se fosse stato possibile, anche 10 giorni. 

Girovagando come un vagabondo del web alla fine mi sono imbattuto in un residence davvero perfetto per quello che stavamo cercando: il Residence Panorama. Questo residence si trova il località Falcade, in Veneto, al confine con il Trentino Alto Adige.

Ma come, volevi anna’ in Trentino e alla fine sei stato in Veneto? E perché allora hai scritto “vacanze in Trentino Alto Adige”? Non ce pija’ per il…naso, per cortesia!

È vero, il residence è in Veneto, ma in pratica ci abbiamo solo mangiato la sera e dormito. Quindi, mio caro alter ego, non ti rispondo male solo perché sono un signore. E poi con te ci dovrò convivere chissà per quanto tempo ancora! Anvedi questo, aho…

Dicevo che la struttura è davvero carina, immersa nei boschi, a 1500 metri di altezza, a pochi chilometri dalla Val Di Fassa da una parte e dalla Val di Fiemme dall’altra. il Residence ha degli appartamenti molto carini, con mobili in legno e parquet in tutte le stanze. Tutto molto pulito. Ci è Piaciuto davvero tanto. Poi, davanti a noi la vista delle Dolomiti: il monte Civetta a sinistra e le Pale di San Martino a destra. Meraviglia.

Da buon tricheco fotografo e insofferente  al caldo potete immaginare la mia goduria.

Un piccolo spazio di fronte all’ingresso offre un’altalena e uno scivolo per i bimbi, mentre dietro, di lato, un calcio balilla e un tavolo da ping pong. Internamente, il bancone dell’accoglienza affianca quello del bar, per la sera e più giù, in fondo, c’è uno spazio dedicato a giocattoli, giochi di società e libri per intrattenere i bimbi di tutte le età. Questo residence, come tutti quelli della zona, d’altronde, fanno il pienone soprattutto d’inverno, giusto quindi inventarsi qualcosa per non far annoiare anche i più piccoli.

È presente inoltre una lavanderia con lavatrice e asciugatrice, una Spa per massimo 8 persone. 

Il personale è gentile, preparato, accogliente e soprattutto mooooolto paziente. 

Promosso a pieni voti il quartier generale da cui partivano le nostre spedizioni punitive!

Chi mal comincia…

Qui potrei stare ore e ore a raccontarvi quante infinite passeggiate ci sono da fare. Ripeto: ho goduto come un riccio, io. Ma Annurchetta, poverina,no. Il primo giorno abbiamo fatto una passeggiata col tempo così così dal Passo di Valles (a dieci minuti di macchina dal residence) fino al lago di Cavia.

Questa foto l’ho scattata appena rilassato sul prato, quasi esanime dopo la salita di 4 km, il secondo giorno.

4 km in salita, con dislivello di 200 metri circa. Io ero contento e motivato e, nonostante 15 kg di zavorra tra Sereno Poco Variabile e le bottiglie di acqua, ho retto abbastanza bene l’andata. Gli altri no: Paraventolo, grande scalatore e amore de papà, ogni passo diceva “papàaaaaa, sono stanco, non ce la faccio più” e Annurchetta sembrava stesse in parte facendo la processione o seguire il carro funebre. Il Sereno era un’aquila a cui avevano tagliato le palline: strilli e botte, calci sui miei reni e su tutto quello gli capitava sotto tiro, tra cui il mio coccige.

Il ritorno, con lo zaino sistemato a coda di gatto, come tutti i primi giorni, l’ho un po’ accusato.

famiglia che cammina di spalle su sentiero di montagna

Meno male che Sereno Poco Variabile ogni tanto scendeva, avevo il collo di Pappalardo!

Di sera Annurchetta era strana, io avevo mangiato la foglia già la mattina ma ho fatto finta di niente. Al mio centesimo “che hai?” è sbottata a piangere disperata, non si aspettava un cambio di clima così repentino. A quel punto o le cose miglioravano o ce ne saremo andati molto presto da lì. Meno male che sono migliorate…meno male!

Le altre escursioni

Se avessi potuto sarei rimasto un mese, per fare tutte le cose che volevo. Con mio immenso stupore anche Annurchetta sarebbe rimasta volentieri un altro po’ per fare altre stupende passeggiate. Non mi dilungherò ma cercherò di essere sintetico sulle cose più belle che abbiamo fatto.

Parco di Paneveggio Pale di San Martino

Famiglia di spalle in un bosco che legge cartellone

Eccomi qui a parlare quasi al vento su come sono le radici degli alberi…meglio lavorare sulle radici della nostra famiglia, per ora!

A circa 20-25 minuti di macchina, nella val di Fiemme, c’è il parco Paneveggio Pale di San Martino dove è possibile fare una passeggiata davvero piacevole in piano sul Sentiero Marciò, tra gli abeti rossi. Fantastico! Lungo il sentiero ci sono le spiegazioni sulla vita degli animali nel parco, gli indovinelli per i bimbi sulle orme, spiegazioni dei tipi di roccia e di alberi presenti, come sono le loro radici. Insomma, è istruttivo e allo stesso tempo è una gioia essere lì, in mezzo ad una natura così bella. E poi, lì nel parco il famoso Stradivari sceglieva personalmente gli abeti per farne i violini più conosciuti al mondo!

A completamento del sentiero c’è un ponte sospeso che io e i bimbi abbiamo fatto almeno 4 volte, con una bella cascatella ben visibile solo quando ci sei sopra. C’è chi si è addirittura portato un drone per immortalare lo spettacolo, ed io da bravo amante della tecnologia mancante nel mio palmarès ho rosicato…

Le cascatelle visibili dal ponte sospeso. Che bello il Trentino!

Prima di arrivare al ponte ci siamo “allungati” un po’ e in circa venti minuti dal bivio che porta a questo famigerato ponte c’è il lago di Paneveggio. Un bel vedere, ma soprattutto un bel sostare, visto che avevo un languorino non c’è male e stavo cominciando a rosicchiare il polpaccio di Sereno Poco Variabile, che nel frattempo si era addormentato.

Durante la sosta abbiamo conosciuto una famiglia e, come si sa, tra genitori ci si aiuta: ci siamo scambiati informazioni preziose sui luoghi da visitare. Grazie a loro abbiamo conosciuto il “Giro D’ali”, di cui parlerò nel prossimo paragrafo.

Per concludere, ritornando sul sentiero principale si può andare a visitare i cervi e gli asinelli oppure prendere il sentiero che porta a delle malghe. Le malghe sono delle fattorie dove producono prodotti tipici locali e in alcune puoi anche fermarti a mangiare. Io direi DEVI fermarti a mangiare. La sosta tutto il giorno (fino alle 17:00) costa 5€ per le vetture, 7€ per i camper, se ben ricordo. La cartina 0,5€ mentre il resto è “aggratise”, la passeggiata, intendo.

Malga Venegia e Malga Venegiotta

cartello con indicazioni di malga e sentieri lungo il sentieroSempre all’interno del parco di Paneveggio c’è la possibilità di raggiungere diverse malghe. Una giornata (che poi in realtà si rivelano sempre 4-5 orette abbondanti) l’abbiamo dedicata per raggiungere le malghe Venegia e Venegiotta.

Se si vuole fare il giro un po’ più lungo si può partire dal parcheggio descritto in precedenza. Qualche chilometro prima, venendo dal Passo di Valles (dal nostro residence) c’è un altro ampio parcheggio. Il prezzo è sempre lo stesso:5€ per vetture e 7€ per i camper, fino alle 17:00. Da quest’ultimo si può arrivare alla malga in 2 modi: in macchina o a piedi.Noi ovviamente abbiamo optato per la camminata in mezzo ai boschi.

Il sentiero che dal parcheggio ci porta verso la malga Venegia. Davvero bello, anche se breve.

I sentieri devo dire che sono dannatamente belli e verdi, affascinanti e rilassanti. Ci si rigenera davvero, anche se cammini! Appena riusciti sulla strada ci accoglie la vista del complesso delle Dolomiti in tutto il loro splendore: ammazza come ci siamo avvicinati! Spettacolo bellissimo.

I suoni dei campanacci di mucche e del toro che parla alle chiappette del film di animazione “Ferdinand”  echeggiavano nella valle. Sulla sinistra la malga Venegia e le auto parcheggiate. Di fronte le vette rocciose, imponenti e meravigliose. Intorno a noi…le vacche!

In cammino verso la malga Venegiotta…dopo aver superato le vacche.

Continuiamo il sentiero bianco percorribile anche con i passeggini per altri 40 minuti, fino ad arrivare alla seconda Malga, avvicinandoci sempre di più al fianco della montagna.

Da bravi risparmiatori ci siamo portati il pranzo al sacco e abbiamo mangiato in riva ad un torrente, circondati da cacche secche di mucca. Immersi nella natura più pura…immersi in senso figurato, eh!

Una goduria per gli occhi e una bella cosa per i bimbi. Spero si ricordino qualcosa in futuro, soprattutto Paraventolo.

Malga Juribello

Un nome, una garanzia…belloo😍!

A 200 metri dalla meta, godendo della vista.

Per arrivare alla malga Juribello avevamo due possibilità: o dal parco di Paneveggio Pale di San Martino, dal solito parcheggio (e basta!) oppure partendo dal sentiero poco prima del passo Rolle, sempre nei dintorni del nostro residence.

Era un martedì, e come tutti i martedì alle 10 c’è un’interessante dimostrazione di come fanno il formaggio. Quindi per essere lì puntuali abbiamo fatto l’alzataccia. Il sentiero, il cui imbocco è in posizione davvero cinofallica, è lungo circa 2,5 km. Prima delle 9 del mattino siamo lì, bardati perché c’erano 12 gradi e il sole non era ancora uscito.

Vivere il bosco al mattino, quando tutto è ancora un po’ assopito, è qualcosa di indescrivibile. Non avrei mai pensato che ci fosse così tanta differenza (almeno per me) rispetto a quando lo fai in giornata.

La strada è quasi tutta piana. È una gioia camminare nel silenzio della natura che si sta svegliando, vedere i primi raggi di sole che filtrano dal fitto bosco di abeti stretti e alti e illuminare i rami bagnati: cogliere la rifrazione delle gocce di acqua che, a mano a mano che avanziamo, cambiano colore. Uno spettacolo. Vale la pena alzarsi la mattina presto solo per assistere a questi piccoli miracoli che la natura ci offre.

La strada procede leggermente in salita: non è una grossa salita, è un po’ lunga ma piacevole. Usciamo dal bosco dopo circa 2 km e gli ultimi 500 metri si aprono alla bellezza delle Pale di San Martino leggermente sulla nostra destra e a sinistra, in lontananza, la malga. Bella ed accogliente.

Arriviamo in circa 50 minuti e approfittiamo dei 15 minuti che mancano all’inizio della dimostrazione per fare una seconda colazione: due cappuccini, uno strudel di mele e due tazzine con latte schiumato (7€). Il personale è gentilissimo e cordiale.

selfie tra le montagne a colazione

Super colazione e super selfie…ma Sereno Poco Variabile dove sarà? ‘Sto furbetto…

La dimostrazione in pratica me la seguo solo io dall’inizio alla fine, gli altri sono interessati fino a un certo punto. Mi sono sbizzarrito a fare foto con la macchina fotografica seria: visti i miei passati sono tornato indietro nel tempo, al master, ai corsi…bene così!

Il maestro prepara le forme di formaggio per la pressatrice, per eliminare il siero rimanente.

Le informazioni che danno sono davvero interessanti e raccontano anche un po’ la storia di come si faceva il formaggio un tempo e di come sono cambiate le cose ultimamente, soprattutto sull’uso degli scarti della lavorazione del formaggio.

Visto che eravamo tra i primi ad essere arrivati, siamo stati i primi ad essere serviti per il pranzo: polenta+tofasel (mi sa che era una fetta di formaggio alla piastra…bono)+funghi+costine per me e per Annurchetta (13,5€) un tagliere di salumi e formaggi iuribello (6,5€), per i bimbi polenta con saliccia e formaggio fuso (12,5€? Non ricordo, comunque intorno a quella cifra) una birra media artigianale rossa Brenta bräu (5€), acqua e pane. 52,5€ in totale, mangiando come porci. Tutto davvero buono. Mi devo ricordare di recensirla su Trip Advisor…

Ci siamo spiaggiati un po’ sul prato, per digerire, abbiamo visto capre, cavalli, asini, pecore, mucche e pure lo zio Tobia. Poi ci siamo incamminati verso la macchina: il tempo non prometteva niente di buono.

Se vi capiterà di andarci, arrivate la mattina presto per la dimostrazione. Prima fate una seconda lauta colazione e poi gustatevi pranzo e dopo pranzo. Se ci ritorneremo sarà di sicuro una tappa fissa.

A Simo’, ma lo speck nostrano e il formaggio fatto in casa non se li portamo come ricordini?

Il Giro d’ali

Uovo in pista in tutta la sua lunghezza. Ammazza se era lunga, aho!

La cosa su cui Paraventolo ha scassato i maroni tutti i giorni, dopo esserci stato. Stupendo! Non c’è che dire. Superando il lago di Paneveggio con la macchina, quindi a circa 35 minuti dal nostro residence, si arriva in località Bellamonte. Qui una funivia ti porta a quota 1800 metri, dove il parco “Giro D’ali” attende grandi e piccini.

La nuova funivia, la New Gondola, è il mezzo per raggiungere velocemente il parco. Noi in 4 tra biglietti d’ingresso del parco e funivia (andata e ritorno) ci sono partiti 38€ (per maggiori informazioni sui prezzi potete consultare il sito ufficiale-inserire link).

Il parco è davvero bello, grande, pieno di verde e di giochi d’acqua (gelata) per i bambini. Su tutto il percorso sono dislocati giochi: dalla camminata nell’acqua alla zattera che ti trasporta da una sponda all’altra, da cannoni spara acqua ai setacci per trovare l’oro. Pensato davvero bene e soprattutto sono tutti giochi di un tempo, in cui stimoli la fantasia e la curiosità e non ti rincoglionisci davanti ad uno smartphone o alla TV. La tecnologia è bella sì, ma anche una grande preoccupazione, per me.

Quest’anno l’attrazione principale nonché novità dell’anno è stata “uovo in pista”. È stato costruito un percorso ben congeniato su cui far rotolare delle palline in legno. Il percorso è lungo più o meno 30 metri e per giocare ti serve la pallina (furbi!) al modico prezzo di 4€. Meno male che ci sono dei pennarelli indelebili per marchiare a fuoco la pallina appena la compri, sennò sarebbe finito in un bagno di sangue il battesimo del gioco.

Ma guardatelo…come si diverte!

La pallina passa attraverso tronchi, sbatte su campane, si infila dentro a imbuti, labirinti per poi finire in un secchio dove i bimbi la raccolgono e ripartono per una nuova gara. Paraventolo è rimasto a giocare lì per un’ora e mezza. Il gioco merita davvero, mi sono divertito io, figuratevi i due marmocchi.

Per chi si intende di fotografia, la foto è scattata con fuoco manuale e diaframma funzionante solo a f 4

Anche qui un pizzico di fortuna per immortalare i nomi nel momento di cadere giù nell’imbuto!

Se riuscite ad arrivare la mattina presto vi consiglio di riprendere la funivia ed arrivare in cima, per fare delle belle passeggiate (che non abbiamo fatto) verso altre malghe.

Solo per la faccia che hanno fatto i bimbi, vale la pena andarci. La funivia, poi, ha un fascino particolare per i piccoli.

Tra tutte le cose che abbiamo fatto questa è sicuramente una cosa che avrei rifatto volentieri. Il prezzo diciamo che è giusto per quello che viene offerto ma se si vuole risparmiare un po’ si può decidere di raggiungere il parco a piedi. Nel parco c’è un bar ristorante con una terrazza che dà sulla vallata, quindi ci si può fermare anche a mangiare, per chi non ha portato il pranzo al sacco.

Lago San Pellegrino e Rifugio Fuciade

Lago San Pellegrino, davvero molto carino!

Proprio in cima, sul Passo San Pellegrino c’è questo delizioso laghetto. Immerso nel verde e con una vista molto suggestiva, è un ottimo posto per stare un po’ in tranquillità, mangiare qualcosina e lasciare che i bimbi esplorino e si sfoghino con sassi e bastoni a fare dighe o giocare.

Noi ci siamo fermati un’oretta e mezzo, compreso il pranzo. I bimbi si sono divertiti ed erano davvero indaffarati, soprattutto Paraventolo che si è improvvisato ingegnere civile.

Da lì ci siamo mossi verso il rifugio Fuciade. Eravamo un po’ indecisi se farla o meno per l’ora (le 14) e per il tempo che sembrava guastarsi. Alla fine siamo andati e siamo rimasti entusiasti!

La camminata è stata bellissima, a parte il primo tratto fino al rifugio Miralago dove potevano passare le macchine. Poi da lì comincia una strada leggermente in salita dove da 1920 m siamo arrivati a quota 1970. La prima parte, bella, si è fatta in mezzo ai boschi, anche se la strada era sterrata e percorribile con i passeggini.

sentiero attraverso case in legno e montagne sullo sfondo

La mitica Annurchetta che procede spedita verso il rifugio Fuciade, ormai a un tiro di schioppo

In alcuni tratti era ripida ma non troppo lunga. Una volta arrivati alla fine del bosco o nei tratti in cui un po’ si apriva, il panorama che avevamo alla nostra destra era mozzafiato. Dal passo si apriva una vista sulla vallata e sui monti circostanti, verso il passo di Valles con il col Margherita.

Proseguendo si apriva ancora di più fino a vedere le Pale si San Martino, il Sasso Pordoi e non ricordo quali altre vette, ma vi giuro che è una cosa che non dimenticherò facilmente. Sereno Poco Variabile in salita si è fatto tutta una tirata a dormire, Paraventolo ha resistito anche se all’inizio si lamentava. Annurchetta è stata bravissima. 

A 15 minuti circa dal rifugio qua e là abbiamo visto delle bellissime baite in legno immerse nel verde meraviglioso della vallata. I monti di fronte a noi si sono fatti più imponenti, le mucche pascolavano serenamente sui fianchi verdeggianti delle montagne. Sembrava di stare nel mondo di Heidi.

Alla fine della camminata (in controcorrente, vista l’ora) siamo giunti in questo bellissimo rifugio dove ho scoperto che ci sono stanze per dormire e che d’inverno o ci arrivi con sci di fondo o  con le ciaspole o con il servizio di motoslitta, che figata!

 È tutto di legno, con tavolate disposte verso la vallata, in modo da abbinare l’incanto della vista all’orgasmo di rifocillarsi dopo quasi 2 km di camminata (io con 15 kg sul groppone).

tavoli in legno con Dolomiti sullo sfondo con cielo nuvoloso

La vista dal rifugio è magnifica

Accanto ai tavoli uno scivolo, un’altalena e altri giochini. Hanno pensato veramente a tutto. Bello il rifugio, con qualche altra baita lì accanto e persino una piccolissima chiesina. Direi che come vista e passeggiata questa è stata quella che senz’altro mi ha impressionato di più per la bellezza dei posti. Quella che mi ha divertito è stata senz’altro il Giro D’ali.

Latemar e la MontagnAnimata

Il gatto e la volpe guardano uno degli indizi lungo il sentiero della foresta dei draghi, sulla MontagnAnimata

Nella Val di Fiemme, tra Moena e Predazzo c’è una funivia che ti porta nel Latemar, sulla MontagnAnimata. 22€ per salire su e godere della bellezza del posto. L’organizzazione mi ha lasciato a bocca aperta.

Ci sono diversi percorsi che puoi scegliere di fare: la foresta dei draghi, il sentiero del pastore distratto o quello da geologo (Geotrail dos capèl) che si fa sulla cima del monte.

Non ho mai visto tanta organizzazione in vita mia. Tutto il tema è incentrato, diciamo così, sui draghi. Appena arrivi ti trovi sculture di draghi vicino a dei punti dove fare pranzo al sacco, oppure un nido dove spuntano dei draghetti.

Chissà, sarà forse perché ho spezzato un ramo che sono saltati fuori i draghi? Riproviamo!

Giochi ed attrazioni extra sono ben dislocate su tutto il territorio.

A proposito dei percorsi, so che ci sono attori che ti conducono d’estate, in giorni prestabiliti, sui sentieri e ti fanno da guida interpretando una parte. Non abbiamo avuto la fortuna di poter assistere a questo spettacolo ma di sicuro è una cosa ben fatta.

Noi, cioè Paraventolo ha scelto il sentiero dei draghi. Per coinvolgere i bimbi al punto informazioni si può acquistare per 5€ un opuscolo con una storia li invita a trovare indizi sul percorso. Chi riuscirà a completare tutte le prove, alla fine riceverà un regalo.

Per il sentiero dei draghi ci sono 8 opuscoli differenti, quindi ce n’è per tutti i gusti!

È stato bello vedere il primogenito cercare gli indizi, sentirsi grande, essere compiaciuto quando trovava quanto richiesto. Io ero lì a godermi la scena con Annurchetta. il percorso è abbastanza in piano, gli indizi sono molti, ben distribuiti lungo i circa 2 km di camminata e fatti molto bene.

Ci siamo divertiti molto anche qui, lo dimostra il fatto che Paraventolo non si è mai lamentato. Sereno Poco Variabile, nella fase dei terribili due, è ingestibile e andava marcato a uomo altrimenti finiva giù a valle, quindi di lui posso raccontarvi ben poco sul coinvolgimento. C’è stato di sicuro, ma a modo suo.

In conclusione, una bella esperienza, molto interattiva per i bimbi, all’aria aperta. Da ripetere anche questa.

Moena e San Martino di Castrozza

Non ci siamo fatti mancare la visita a qualche paesino. Moena e San Martino di Castrozza sono molto carini e caratteristici. Tra i due Moena mi è sembrata più città, meglio organizzata per i turisti. San Martino di Castrozza secondo me è più suggestiva, con la vista splendida delle Pale di San Martino sempre presente. Se posso darvi un consiglio, vale la pena vederle tutte e due.

Falcade

bambini di spalle su un'altalena grande come una panca. Di fronte la mamma li aspetta a braccia aperte

Quest’altalena la volevo fare pure io…ma mi sa che pesavo un tantinello. Peccato!

Non poteva mancare una visita a Falcade. Ci è piaciuta molto, anche perché c’è una parte molto ampia di verde, dove poter camminare lungo il torrente, sia da un lato che dall’altro. Il versante lato città è più curato, pieno di giochi per i bimbi e molto gradevole. C’è un ristorante che fa anche da bar circondato da staccionate al cui interno è ricavato un piccolo laghetto. Tra due enormi alberi si trova una panca altalena che fa dei movimenti molto ampi: non vi dico quanto si sono divertiti Paraventolo e Sereno Poco Variabile! 

L’altro versante è meno curato, ma molto affascinante, con acqua che scende dalla parte del lato roccioso a mo’ di cascatella. Non me lo aspettavo e questa cosa è stata di sicuro molto positiva.

Per gli appassionati di birra, il bar all’inizio della camminata, il primo che si incontra nello spazio verde per chi viene dal Trentino, accanto al campo da tennis, è fornito di ottime birre artigianali!

Conclusioni

Non avevo dubbi sulla bellezza dei posti e sulla vacanza, anche se all’inizio ero seriamente preoccupato. Dieci giorni sono volati e ci sono mancate moltissime cose da vedere e da fare. Questo vuol dire che dovremo tornarci, per la gioia di Annurchetta. Nonostante i bimbi di 2 e 5 anni siamo riusciti nell’intento di stare parecchio nella natura, senza particolari intoppi, a parte gli urli di Sereno Poco Variabile. La gente avrà sicuramente pensato che lo stessimo strippando, ma abbiamo superato in modo brillante la prova (calzino bagnato in bocca e nastro isolante per tenerla chiusa…scherzo ovviamente!).

L’unica cosa che forse ci è mancata è stata la presenza di una piscina dove poter rilassarci al ritorno dalle fatiche di Ercole. Io sono stato divinamente e posso confermare anche per  i bimbi e per la mia dolce “un quarto”.

Spero vi tornino utili i miei consigli e i miei racconti, se capiterete da quelle parti. Per il resto, papà è già proiettato alla prossima vacanza, che mi auspico arrivi molto presto. A tal proposito, sono sempre dell’idea che dovremmo lavorare 1 mese e fare 11 mesi di vacanza, percependo comunque lo stipendio 13 volte all’anno minimo, così risolviamo pure il problema della disoccupazione. 😉

Alla prossima avventura!

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2 comments

Fabio Settembre 29, 2018 - 1:18 pm

Ormai sei un ….”drago” (sarà l’influsso della vacanza 🙂 !?) dello storytelling!
Ottimo articolo e complimenti per la gestione della vacanza!
Ricorda però, per la prossima….meta tocca alla tua dolce….metà! …e dovrai essere altrettanto brillante nel reportage!
Un abbraccio!
Fabio

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SimoneDF Settembre 30, 2018 - 1:57 am

Ciao Fabio e…grazie per il drago 😀 e per i tuoi commenti e consigli. Lo so, lo so: la prossima vacanza devo cercare di fare altrettanto anche se sceglierà la meta la mia dolce metà. Un abbraccio anche a te che sei, da quanto vedo, un animale notturno (io avevo la scusa del matrimonio…ma tu?). Un abbraccio

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