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    L’incanto della buonanotte

    by SimoneDF Aprile 13, 2019
    bimbo che legge libro di favole con sfondo di una lampada accesa a forma di luna

    ”Ahiooooo!”
    ”Ah ah ah ah! Ah Ah Ah!”

    ”Papà…pecché gli tono caduti i detti?”

    Se c’è una cosa che ho sto imparando nella mia vita di papà è quella di dedicare tempo. Ad Annurchetta e ai miei figli. A volte lo faccio bene, a volte lo faccio male.

    Oh li mortacci…me stai a di’ che sei uno pieno de sentimenti, Simo’? Ah ah ah ah!

    È davvero difficile la gestione di famiglia, lavoro, interessi personali. Ogni tanto mi faccio le paturnie mentali sul rosicchiare di qua e di là un po’ di tempo. Su questo di sicuro c’è sempre da imparare, soprattutto in base a quello che ti accade, agli imprevisti.

    Nonostante tutto, c’è una cosa che in questo periodo è un punto fermo inamovibile: la favola della buonanotte. Io oppure Annurchetta ci intratteniamo nella camera dei bimbi per raccontare la storiella che fa da aperitivo alla nanna vera e propria.

    In genere sono io l’addetto al racconto, sia perchè è un piacere a cui difficilmente rinuncio, sia perché Annurchetta sistema la cucina nel frattempo. In questo modo, se il Signore ci fa la grazia, riusciamo a ritagliarci del tempo per noi. Se è il turno di Annurchetta, sono io a sistemare (molto peggio di lei) e tentare di dare un’idea di ordine.

    Quando è il mio turno a raccontare la storiella, ci metto anima e corpo per interpretarla al meglio.

    Sereno Poco Variabile ha passato da poco la fase disco rotto su “Rapuzzel”, come la chiama lui, e le nostre orecchie hanno smesso di sanguinare a forza di sentirla per 50 volte nell’arco di mezz’ora. Paraventolo pur di non sentirla sviene nel letto, poverino.

    L’obiettivo è quello di stare quel tanto che basta per rendere l’atmosfera soporifera, ma loro sono furbi e col cavolo che si lasciano abbindolare! Ecco quindi che i dieci minuti diventano 20, poi 30, a volte anche di più.

    Nel caso di Annurchetta, quando tocca a lei, se passa la mezz’ora quando entro in camera c’è uno scenario a dir poco apocalittico! Lei in fondo alla stanza, tutta storta e spiaggiata sul lettino di Sereno Poco Variabile, i due filibustieri a fare la lotta o ad appiccare il fuoco nel letto di Paraventolo.

    Nel mio caso non mi sdraio più…mi hanno fregato troppe volte! Così passo all’attacco leggendo uno dei classici più apprezzati (soprattutto dal grande): Pinocchio in versione integrale.

    Che spasso e che bello che è! Lo avrò letto almeno 6 volte nell’ultimo anno. Dal momento però che Sereno Poco Variabile è ancora un soldo di cacio e capisce e poco le dinamiche del libro, la loro richiesta più gettonata negli ultimi tempi è “i 3 porcellini in versione papà”.

    Che differenza c’è quella originale? Ce n’è, perché il furbo di papà la condisce con un po’ di disavventure distribuite tra porcellini e lupo che li fanno sbellicare dalle risate.

    Paraventolo ride a tal punto che almeno un paio di volte cade dal letto per quanto si dimena. 

    Basta raccontare aneddoti in cui qualcuno sbatte la testa, si dà le martellate sul dito mentre costruisce casa oppure per lo sforzo gli parte una puzzetta che scoppiano in fragorose risate.

    Lo so, magari non è il massimo dell’educazione, perché andrebbe sempre raccontata una storia con una morale. Cedo però alla tentazione di essere trasportato in un mondo parallelo dalle loro risate spontanee, un mondo di mattoncini che sto costruendo con loro.

    Sarà anche lunga, ma quando ti trovi lì il tempo sembra fermarsi e tutti i miei sforzi sono dedicati alla loro attenzione. Mi inebrio di sorrisetti sotto i baffi prima della battuta che innesca i fuochi d’artificio. Mi lascio dondolare dai miei buoni sentimenti e l’incanto della buonanotte si dilata fino al mattino.

    Sentire il più piccolo a colazione ripetere tra sè e sè la storia, con tutti i particolari non ha prezzo. Vedere l’altro scompisciarsi senza fiato lo è ancora di più.

    Ben venga la buonanotte fatta così. Sarà faticosa, sarà quello che volete, ma vederli addormentarsi sereni e sorridenti è uno dei regali più belli che la vita mi ha fatto.

    Aprile 13, 2019 4 comments
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Chi è Strapapàordinario?

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Ciao a tutti, mi chiamo Simone Di Filippo e nella vita lavoro nel settore della formazione tecnica. Agli occhi dei miei figli i miei gesti sono visti come qualcosa di straordinario, ma io sono un papà ordinario! Così, per accontentare tutti, facciamo Strapapàordinario!

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