Allora? Com’è andata la giornata?”
“Una merdaviglia…ma la sai una cosa? Non me ne frega niente!”
Una persona che legge questa introduzione penserà di sicuro che mi è dato di volta il cervello e non la posso biasimare, anche perché ci è andata parecchio vicina.
Ah simo’, ma che cxxxo stai a di’? Da mo’ che la tua capoccia ci ha lasciati!
Voi sapete chi…no, non Voldemort! Santa pulcinella, ma che vi pare che io vi possa parlare di un tizio che è ritornato in vita da un calderone e che nemmeno conosco?
No, no, intendevo voi sapete chi è entrato a far parte della nostra vita, di recente, giusto?
Il piccolo Niccolò. Siccome ancora sto studiando per trovargli un soprannome appropriato per ora chiamiamolo Chiccolò o Nicco-Lino, visto che la sua bella capoccetta tonda mi ricorda vagamente Lino Banfi.
Ecco, nella vita accadono cose sorprendenti, sempre, eppure spesso siamo talmente presi a correre dietro alle minchiate che diventano invisibili.
Di sicuro questi sono tempi in cui possiamo accedere a qualsiasi informazione, comprare qualsiasi cosa proveniente da qualsiasi parte del mondo.
Il nostro livello di attenzione per le cose importanti è sceso paurosamente, anche grazie alle distrazioni digitali offerte dalla tecnologia.
Essere genitore, per esempio, è molto difficile proprio perché i figli oggi sono molto più stimolati e per questo bisogna stare con le antenne dritte.
Un genitore non deve MAI mollare di un centimetro, MAI. Un genitore deve cercare di vedere senza essere visto, di sorvegliare facendo finta di fare altro.
Un genitore sa quando è il momento d’intervenire e a volte, nella notte, soprattutto è agli inizi, si domanda “ma chi cxxxo me lo ha fatto fare?”.
Non si nasce “imparati”, come in tutte le cose, ma ci si diventa, con tanta pazienza e una fonte inesauribile di buona volontà.
Cercare di far crescere la propria piantina bene, in modo che possa fiorire, è compito nostro. Ma che fatica!
Tutto questo preambolo per dire che sì, sono diventato papà per la terza volta, e allora? Allora niente, sono un papà con una accresciuta consapevolezza, grazie a Nicco-Lino.
Vedete, in questi quasi quattro mesi di nuova vita da papà tris (nemmeno tanto, da due a tre cambia poco, ma ci scriverò un altro post) sto capendo meglio alcuni aspetti della vita.
Questo periodo non è il massimo da un punto di vista lavorativo, nonostante io sia bravo a separare lavoro e casa (e su questo vi assicuro che cerco di dare il massimo, sempre).
Tornavo a casa spesso con certi mal di pancia che avrei spaccato il mondo intero. Non mi era mai capitato di avere dei pensieri rivolti al lavoro, appoggiato sul cuscino la notte, o durante il week end.
Voi sapete chi (Ancora! Nooo, non Voldemort!) mi ha aiutato a vedere le cose in modo diverso? Si, lo so, lo avete capito: Chiccolò.
Lui, con il suo sguardo puro, che quando ti osserva ti mette a nudo e penetra nel profondo dell’anima.
Non è una sensazione di disagio, però, come si può provare se lo fa un estraneo nei tuoi confronti. È una sensazione di meraviglia e di piacevolezza, è come se fosse un caldo abbraccio in cui ti lasci andare.
È sempre lui, con la sua pappagorgia da battaglia, sempre un po’ bavosetta e con i suoi versini a richiamare l’attenzione alla bellezza dei gesti semplici.
Ho sempre detto che il senso della vita è il miracolo della famiglia e ne sono convinto ancora di più oggi.
Tra la frenesia (sbagliata) della vita di oggi e la rincorsa alle cazzate abbiamo perso la lucidità di fermarci a pensare, a ragionare sulle cose che realmente contano nella vita. Per ciascuno di noi.
La mattina, nel silenzio della casa in penombra, quando tutta la città si sveglia io osservo da una fessura della porta socchiusa il letto. Lui è lì, che si stiracchia, che muove le sue braccia in maniera ancora incontrollata e sgambetta, con quelle gambette cellulitiche a forma di piramide rovesciata.
Apro la porta e mi avvicino piano e con dolcezza, per non spaventarlo! “Buongiorno” gli dico mentre sorrido.
Lui, nel suo vagare con occhi e testa e manine e gambette si stoppa, si gira vero di me e SORRIDE.
Sorride con tanta intensità e spontaneità che solo i bimbi della sua età sanno fare.
Senza filtri, senza ancora la piena consapevolezza sgorgano queste emozioni dalla sorgente della sua vita appena cominciata. Mi inonda della sua purezza e mi travolge.
QUEL sorriso, è una di quelle cose che porterò nel cuore fino alla fine dei miei giorni. Mi avvicino e guardo questo visino tondo tondo che mi sorride e io…faccio pace con il mondo. Gli metti paura per qualsiasi cosa? Lui piange, si spaventa e poi ti perdona. Amici come prima. E di nuovo sorrisi scacciapensieri.
Sapete una cosa? Credo che abbiamo molto da imparare dai nostri piccolini. Comincio ad essere sempre più convito che l’antidoto di tutti i mali del mondo sia la gentilezza, sia sorridere al prossimo e perdonare, il superpotere più difficile da conquistare. Proprio come fa Chiccolò.
Chissà come sarebbe, il mondo, se tutti noi vedessimo le cose con l’innocenza, la purezza e la gioia dell’amore di un bambino di 3 mesi. Magari un giorno lo scopriremo.