“Papà, quello lì!”
“No, basta France’…fidate, a papà.”
“Ma guarda ancora quanta ce n’è!”
“Si, lo so, ma non possiamo sta’ qui tutta la notte!”
Credo che la cosa più importante per un genitore sia trasmettere dei sani princìpi ai propri figli. Credo anche che la cosa più difficile da fare è proprio questa.
Una volta che ti sei chiarito le idee con il tuo partner sulla direzione da prendere, iniziano le puntate pilota per capire se la metodologia scelta va bene. Non va bene? Allora cambiamo approccio e proviamo un’altra puntata pilota. Non va bene? Ormai siamo in ballo e balliamo, coscienti del fatto che se son rose fioriranno. Se sono cachi, invece? (inserire emoji gocciolina di sudore e mano sul mento che pensa)…
Ah Simo’, bella la tua iniziativa da far finta de esse’ un bravo genitore…cominci a stamme simpatico!
Quello che voglio dire è che le buone intenzioni un genitore ce le mette sempre. Che poi vadano a finire a putt…ehm, a belle signorine a prezzi modici lungo le strade trafficate la sera è un’altra storia.
Comunque mi sto accorgendo che qualsiasi cosa si fa, è importante lanciare un messaggio ai propri figli. Va lanciato bene, in modo da colpirli e lasciare il segno.
Come? Non mi cagano? Succede il 100% delle volte? Capita. Avete mai provato a lasciargli il segno con la ciabatta e vedere se la percentuale si abbassa? Si abbassa, si abbassa…fidatevi. Scende al 99,9%.
Avete allora provato ad appenderli per gli alluci a testa in giù per un’ora? Vedrete che si abbassa al 70%. Avete poi provato a…
BASTAAAA! Ma che te sei ammattito?
E famme scherza’ un po’… I messaggi da lanciare ai propri figli vanno studiati bene. Come ho scritto nel precedente post, “Il nemico va studiato, capito, amato e aiutato”.
Per me, soprattutto, i messaggi trovano terreno fertile con l’esempio. Si, lo so, a volte non basta. A volte lo sconforto ti penetra nelle ossa, sale su fino al cuoio capelluto, soffocando i bulbi piliferi e lasciando cadere ogni speranza. Si apre lo scenario della chierica e tu, che ti guardi allo specchio, capisci che fare il genitore non aveva preso in consiserazione questo lato oscuro della capoccia. Che oscuro non è più, visto che è in bella vista, a respirare, come una branchia.
Torniamo a noi. Dicevo che l’esempio è fondamentale se si vuole seminare nel campo dell’educazione dei propri figli. Se dai il buon esempio, è probabile che i tuoi figli ti seguano. Se dai il cattivo esempio, pure. Aggiungerei “purtroppo”. Purtroppo ci scordiamo molto spesso di questo aspetto, presi come siamo a correre dietro i mille impegni, spesso non importanti. Ma ci comportiamo come se lo fossero.
D’altronde, non siamo noi genitori le persone adulte che i bimbi vedono e cercano di emulare fin da quando sono piccoli piccoli? Eh già…tana per Simone.
Così, proprio per trasmettergli qualcosa di importante, che faccia breccia nei loro cuoricini puri, un genitore fa di tutto. Tra i milioni di cose che vorremo lasciare nel loro cuore io e Annurchetta abbiamo pensato al rispetto per l’ambiente.
Quale migliore occasione, in occasione (scusate il gioco di parole) della giornata mondiale della Terra appena passata? Senza farlo apposta abbiamo deciso di compare su Amazon due pinze telescopiche per la raccolta dei rifiuti.
Prima di farlo con i nostri figli abbiamo deciso di fare una prova. Durante una giornata, in pausa pranzo, siamo andati nel parco vicino casa e abbiamo cominciato a raccogliere rifiuti. Bellissima sensazione, ti senti davvero utile e ti rendi conto di quanto facciamo schifo. E la gente che ti incrocia ti ringrazia pure! Me cojons….
Morale della favola, domenica siamo andati a fare una passeggiata in bici e poi, dopo essere arrivati a destinazione, in uno spiazzo, abbiamo cominciato a raccogliere i rifiuti, mentre tutt’intorno le altre persone si rilassavano (come ho sempre fatto anche io).
Paraventolo e Sereno Poco Variabile avevano le pinze: sembravano i ghostbusters! Io e Annurchetta, invece, eravamo i portatori delle buste. Ci siamo divisi in due gruppi e per un’oretta ci siamo messi a raccogliere i rifiuti.
I bimbi erano entusiasti dell’attività e si divertivano a cercare ogni tipo di rifiuto. Paraventolo non voleva smettere, per quanto era preso. Ripeteva: “sono il paladino dell’ambiente!”. Che tenero…mi hanno fatto davvero commuovere la sua devozione, il buon cuore e l’impegno messi.
Sereno Poco Variabile invece, si sforzava con quelle manine a stringere forte forte la pinza per raccogliere un pezzetto microscopico di carta di caramella. La pinza era più grande di lui ma non si faceva nessun problema: stava pulendo il parco e aiutando la natura!
Alla fine della giornata non abbiamo potuto non riflettere su quanto noi tutti come esseri umani ce ne freghiamo altamente del mondo che ci ospita. Non avete idea della schifezza che c’è in giro, in mezzo a noi: mascherine, cartacce di caramelle, suole di scarpe, pezzi di gomma di bici, lattine, pezzi di vetro, buste di plastica, libretti di istruzioni, barattoli di vernice (si, pure quelli), salviettine e potrei continuare all’infinito.
Anche i nostri figli si sono resi conto dello schifo generale e ci ha fatto davvero piacere che il messaggio è passato. Siamo sicuri che siamo sulla buona strada per farla diventare una buona abitudine e potrebbe diventare un esempio anche per altri.
Se solo ognuno di noi dedicasse soltanto un’ora a raccogliere le schifezze lasciate in giro, si vedrebbero immediatamente gli effetti. Secondo me e si innescherebbe un circolo virtuoso che potrebbe farci arrivare lontano, lassù in alto, sulla punta di quel monte altissimo che una volta chiamavamo civiltà.