“Uffa, sono triste!”
“Perché sei triste, a papà?”
“Perché tutti i miei amici hanno videogiochi mentre io no.”
“Fidate…tempo per giocare ai videogiochi ne avrai, ma non ora. “
Belle parole eh? Gagliarde e categoriche. Parole che fanno sembrare il mondo diviso in due grandi e unici gruppi. Chi vede il mondo tutto nero, o chi vede il mondo tutto bianco. Un po’ come sta succedendo in questo periodo: ma tu sei no vax o si vax?
In realtà la stragrande maggioranza della popolazione vede grigio, cioè un buon compromesso tra il bianco e il nero, tra i no vax e i si vax.
Me sa che a te, mio caro Simone, er Coviddi ancora non ti ha fatto tornare sano di mente…ma che stai a di’?
Paraventolo ha 8 anni, Sereno Poco Variabile 5. Quando sento continue lamentele perché non hanno i giochetti elettronici, come direbbe il marchese del grillo? “Posso essere ancora un po’ incazzato pe’ ‘sto fatto?” . Se lo propinano tutti i giorni si, altrimenti no.
Videogiochi, il Minotauro del 2000: persi nel labirintico mondo virtuale, questo essere mitologico aspetta dietro allo schermo e…taaaac! Arriva dietro alle spalle di papà al momento meno opportuno, con fare bellicoso. Col suo morale alto, puntato in basso, è pronto ad introdurti nel mondo dei videogiochi e convincerti che, in finale, non è così “doloroso”.
Ma sì, dai, che vuoi che faccia se camminerò male per tutta la vita, in finale quello è un essere mezzo uomo e mezzo toro…e i miei figli prima o poi inizieranno a giocare con i videogiochi. NO! Non è così per me. Sapete cosa penso della tecnologia.
Sono cosciente del fatto che prima o poi entrerà una PS5 o una Xbox o altro in casa nostra, ma tra un bel po’. Io e Annurchetta cerchiamo di stimolarli con altre cose, lasciamo molto spazio ai giochi tra di loro (anche se 2 maschi finiscono sempre per riempirsi di mazzate) e quando si lamentano che si annoiano, è proprio lì che bisogna resistere.
La noia è il promotore della fantasia, e colmare il vuoto della noia con videogiochi, in questa fase della loro vita, non ci piace. Non è una presa di posizione netta: sono stato un videogiocaro incallito anche io e molte volte sono stato tentato di comprarmi la PS5 solo per giocare a “The last of us” o “Call of Duty”, ma meglio di no. Meglio fare qualcosa di costruttivo, magari scrivendo un articolo per il blog, far ridere in quei 5 minuti di lettura qualcuno e lasciare tra le righe un messaggio utile.
Noi siamo grigi: la tv, ovvio, la facciamo vedere ma cerchiamo di limitare il tempo. A volte è comoda, lo so, e quando siamo proprio alle strette li teniamo un po’ di più davanti allo schermo. È normale trovare dei compromessi, ci sta. Non è normale far diventare un’abitudine il mettere du’ soldi de cacio davanti ad un videogame per ore. Non ci sto e non ci sta.
Piuttosto investiamo il nostro tempo nel giocare con loro e provare a sostituire la voglia di un videogioco o di vedere uno che gioca ai videogiochi con una buona abitudine. Siamo agli inizi ma ci sembra che il messaggio che abbiamo lanciato sia stato raccolto dai nostri due ometti di casa.
Il semino che abbiamo deciso di piantare per sostituire la pianta dei videogiochi è stato quello dei giochi di società. In pratica il venerdì sera, ora che sono più grandicelli, dopo cena ci prepariamo per fare tanti sani giochi di società e stiamo alzati fino a tardi (cioè al massimo fino a mezzanotte). Ciò ha diversi vantaggi:
- I bimbi si sentono grandi e importanti, perché vanno a letto più tardi e raccolgono con entusiasmo l’iniziativa;
- Il gioco di società stimola la loro interazione con gli altri;
- Io non li lascio vincere: prima imparano ad accettare la sconfitta e ad impegnarsi al massimo per battermi e meglio è per loro. Che? Rosicano? Ammazza se rosicano…ma mi ringrazieranno un giorno, se non mi hanno riempito di legnate prima!
- Si passa del tempo tutti insieme e magari, presi dal momento, si lasciano andare e raccontano le proprie giornate, le proprie emozioni.
Ci siamo ripromessi che una volta ogni due mesi compriamo un nuovo gioco si società, per crescere e divertirci tutti insieme. Speriamo di riuscire nell’impresa! Quindi, alla domanda: “Videogiochi?” rispondo con un sorriso: ” No grazie, sono astemio!”