Circa un mesetto abbondante fa, la mia splendida Annurchetta mi ha regalato per il compleanno una cosa troppo bella!
Già, una cosa che mi ha fatto proprio sorridere: la vendemmia con pigiatura dell’uva annessa🍇.
Si, lo so, ottobre è un po’ più periodo da castagne, ma siamo giustificati: lo abbiamo fatto nel primo week end.
Ah simo’, e te svegli solo ora a raccontacce della pigiatura? Famme senti’ un po’ come ti hanno ridicolizzato…
Visto che siamo nelle zone di Torino e, quindi, in una terra rinomata per i vini, il posto prescelto si trova a due passi dalle Langhe: Santo Stefano Belbo.
La cascina Fontanette organizza di solito degli incontri per avvicinare le famiglie a questa attività. Hanno fatto centro!
Quale modo più bello di avvicinare i propri figli ad un’attività all’aperto, nella natura, come si faceva una volta? L’idea poi di fargli provare il brivido della pigiatura mi ha fatto allacciare il sorriso dietro alle orecchie.
Solo a me, però 😩. Quando abbiamo menzionato a Sereno Poco Variabile e Paraventolo la bellissima iniziativa, compresa la pigiatura a piedi nudi, hanno cominciato a urlare come dei posseduti schizzinosi.
“Io non voglio sporcarmi i pieeeedi!”
“Neanche io!”
Urlavano già due settimane prima dell’evento.
Ma porca paletta! Come è possibile che fanno così gli schizzinosi?🧐
Morale della favola: non siamo riusciti a convincerli.🤦🏼♂️
Ma procediamo con ordine. Arriviamo in loco godendoci il viaggio: questi posti sono davvero incantevoli, soprattutto se il bel tempo è dalla nostra parte 😄
Mamma, ce n’è di gente! Per fortuna tutti in mascherina. Si fa la fila per pagare l’attività (5€ a persona, bimbi compresi) e si aspetta la chiamata alle armi. Nel frattempo i furbi si lagnano perché non volevano venire. Sembrano un disco rotto e a me cominciano a sanguinare le orecchie.🤪
È giunta l’ora! Il proprietario ci accompagna su per i filari, dove un furgoncino ci aspetta, pieno di cestini, forbici e tini.
Aspettiamo il nostro turno. Il tizio ci dà 4 secchielli e 4 forbici. Improvvisamente Sereno Poco Variabile e Paraventolo si illuminano e, presi i secchielli, si lanciano di corsa verso i filari. Che grandi figli di buona donna!
Che bello però vederli tutti felici e intenti a scegliersi i grappoli più belli. Oddio, più belli..la vendemmia è già stata fatta quasi tutta. Ciò vuol dire che molti dei grappoli sono un po’ mosci e rattrappiti. Se ci mettete anche l’aggravante che siamo stati tra gli ultimi a raccogliere i grappoli non poteva che essere così.
Comunque passiamo una piacevolissima mezz’ora-quaranta minuti alla ricerca dell’uva più bella. Ogni tanto mi avvicino ai piccoletti, gli indico dove trovarla. Un sospiro di sorpresa, una luce che brilla nei loro occhi e poi ZAC! Un taglio netto per mettere il trofeo nel secchio.
Sereno Poco Variabile mi chiama perché ha bisogno di un po’ di forza per tagliare il raspo. Che bello! Che belli!
Arriva il momento più atteso (per noi) e più temuto (per loro): la pigiatura.
Prendo il tino e rovesciamo l’uva. Mi tolgo le scarpe, Annurchetta mi segue. Tutt’intorno un fragoroso schiamazzo, fatto di risate, ci inebria dell’atmosfera bucolica.
Mi giro: bimbi in mutande e maglietta a saltare come degli assatanati sull’uva, genitori che fanno altrettanto. Tutti, ma proprio tutti, compresi me e Annurchetta a godere e sguazzare con i piedi nell’uva.
Tutti tranne 2: Paraventolo e Sereno Poco Variabile. Ci guardano con una faccia mista tra schifìo e disinteresse. Io li guardo e acciacco a più non posso. Lì esorto a provare!
“Ma che sei matto?” Sembrano dire “che io mi tolgo le scarpe (così tutti mi vedono i piedi) per sporcarmeli dentro a quel…coso!”.
Alla fine sono riuscito a fare prendere a pugni l’uva con una mano, solo per due secondi, a Paraventolo. Solo questo.
Terminata la spremuta di uva con i piedi sudici e sudaticci ci puliamo con la carta fornita dal proprietario. Siamo pronti per il pranzo alla carta organizzato dalla cascina. Diciamo che il distanziamento c’è, ma minimo. Ci accomodiamo sulla nostra lunga tavolata (perché queste cose vanno condivise 😉).
Menù molto semplice e cibo ottimo. Antipasto, plin al sugo e torta con crema di nocciole, che delizia.
In totale, per 2 antipasti, 4 primi due dolci e due calici di vino della casa (ottimo) abbiamo speso 51€.
In un angolo, del capannone, a 4 metri da noi, una pianola e un cantante che ci intrattiene dalla fine del pranzo a pomeriggio inoltrato.
Noi mangiamo e poi lasciamo liberi di sfogarsi i bimbi, che corrono come furie su e giù per i filari con le figlie dei nostri amici. Si sono rotolati nel fango proprio dei bei porcelli!
Sapete alla fine che cosa mi hanno detto quei due disgraziati?
“Papà, non credevo che fosse così bello!”
E che ve devo da di’? Queste sono soddisfazioni, ma mamma mia quanto me la fanno sudare ‘sta soddisfazione!
Fare queste esperienze, a contatto con la natura, come ho avuto la fortuna di fare io da bambino, sono oro. Non ci dobbiamo scordare che noi siamo fatti per stare in mezzo alla natura, è la nostra natura (scusate il gioco di parole).
Avere la conferma anche da parte dei miei figli di questo pensiero mi rallegra e mi dà la voglia e la forza di farne una miriade, di queste esperienze.
A presto