Sono ormai passati due mesi dalla clausura e solo da pochi giorni si è allentata la morsa del lockdown.
È il momento di tirare le somme e fare qualche riflessione su questo periodo.
Da dove cominciare?
Sicuramente dalla scuola e dai bambini.
Non avrei mai pensato di prendermi i fiori di Bach per un periodo di convivenza h24 con i propri figli. Me lo sarei aspettato di più in ufficio, ma a casa…no.
La situazione sta precipitando sempre di più e io e Annurchetta stiamo imparando sulla nostra pelle tantissime cose.
Credo che un po’ tutti comprendiamo ancora di più la famosa affermazione “il genitore è il mestiere più difficile del mondo”. Solo due parole: Me Cojons! Vabbè, due parole più un punto esclamativo.
Questi poveretti hanno accettato passivamente lo scorrere abbastanza incomprensibile (per i più piccini) degli eventi. La felicità di stare a casa con i genitori e non andare a scuola si è stabilizzata e in questo periodo si sta trasformando in anarchia più totale.
Il fatto di non vedere gli amichetti, di non sfogarsi al parco, di non fare sport hanno amplificato le reazioni e le scorribande dentro casa.
Noi genitori abbiamo dovuto gestire la cosa: lavorare da casa (quando possibile) o stare in cassa integrazione. Siamo stati fortunati, da questo punto di vista. Penso a chi ha perso il lavoro o comunque ha dovuto affrontare situazioni più drastiche. Gli sono vicino.
Torniamo alla gestione: contemporaneamente lavorare, seguire i figli per le lezioni on line (Paraventolo fa la prima elementare), seguirli per i compiti, inventarsi i giochi per intrattenerli, sistemare casa, preparare pranzi cene e merende, fare un po’ di attività fisica per non diventare sferici. Farle tutte insieme ha messo a dura prova i nostri nervi.😅😱😱😱
Vogliamo aggiungerci che soprattutto Paraventolo non ce la fa più? In quest’ultimo mese assomiglia a “ringhio” del film “tre uomini e una gamba”. Ogni cosa da fare è un rantolo (a volte mi ricorda una moto che accelera in realtà) con quel suo “mmmmhhhhh” che mi fa ripensare a il “Frankenstein” di “Frankenstein Junior”.
Quando gli sale la carogna ancora di più lo spirito di qualche demone stitico si impossessa di lui e comincia a straparlare con la voce sotto sforzo come se dovesse fare la cacca.
Sereno Poco Variabile galoppa sulle praterie del salotto e spesso corre sulla fascia laterale con la palla. Poi silenzio…e lì scatta la preoccupazione di cosa può combinare.
E la qualità del sonno? Ne vogliamo parlare
Ah Simo’ ma che vuol dire ‘sta parola strana…sonno, hai detto?
Ecco, gestire queste situazioni, alla lunga, mi sta logorando. Credo che sia normale ma in questo caso oltre a ricorrere alla meditazione (che non riesco a fare con continuità) mi sto affidando ai fiori di Bach.
Con tutto il bene che voglio ai miei piccoli, credo sia normale essere tutti più nervosi.
Con il nervosismo arrivano più facilmente degli sbagli che si possono fare come genitore, come il rispondere male, o dare il cattivo esempio con atteggiamenti o espressioni poco coerenti con quanto fatto finora.
Questo è un periodo tosto, che sicuramente i nostri piccolini leggeranno sui libri di storia, da grandi.
Ce lo ricorderemo tutti, chi più chi meno e per motivi completamente diversi.
Una riflessione importante è emersa in questo periodo di “tutti insieme appassionatamente”. È arrivato con la precisione chirurgica di un calcio sui maroni quando vuoi prendere in braccio i tuoi figli per guardarli negli occhi.
Di sicuro è un ottimo spunto per regolare il proprio comportamento in tutte le occasioni ed è una cosa che dovrei fare sempre. Prima di ogni azione, prima di qualsiasi cosa mi dovrei porre la seguente domanda: “come vorrei essere ricordato dai miei figli?”
Semplice ma potente. II ricordo dei propri genitori, soprattutto nei primi anni di vita (da qualche parte avevo letto fino a 8) è estremamente importante per la serenità e la crescita dei propri figli. Anche quelli successivi lo sono, ma i primi 8 possono causare dei traumi che ti porti avanti per un bel po’.
Quindi, nonostante il COVID-19, nonostante tutto, la voglia di fare bene si impossessa di me. Faccio un bel respiro, ripasso a mente i santi del calendario e prima di reagire o fare qualcosa devo domandarmi: “come vorrei essere ricordato dai miei figli?