“France’, bello de papà, sei contento che ce ne andiamo a fare una passeggiata?”
“No, voglio ttare a casa a giocae!”
“Ma amore…hai tutto il tempo. Oggi è una bella giornata e respiriamo aria fresca, nel verde. Giochiamo insieme.”
“Uffa, ma io voglio ttare a casa a giocae con i mei giochi!”
Da un po’ di tempo a questa parte Paraventolo ci fa capire che preferisce stare a casa piuttosto che uscire e giocare nel parco o in qualsiasi altro luogo. Questa cosa qui io l’ho sempre sottovalutata e sinceramente ne sto capendo l’importanza soltanto ora.
A pensarci bene durante la settimana i nostri cuccioli li trattiamo come dei soldatini: dettiamo regole dal lunedì a venerdì, almeno per noi che siamo soli e lontani dai parenti. Ogni giorno lavorativo subiscono i nostri ritmi per:
• Svegliarsi;
• Fare colazione;
• Vestirsi;
• Andare a scuola;
• Seguire le regole a scuola;
• Essere ripresi dalla scuola;
• Essere Portati a casa o al parco (“di forza” quando il tempo è bello);
• Cenare,
• Andare a nanna.
E ce credo che ‘ste povere creature quando arriva il sabato vogliono un po’ di relax!
Il problema è che noi genitori (con riferimento alla mia situazione specifica) non vediamo l’ora che arrivi il sabato per riposare un po’ e magari fare una passeggiata nel verde per rigenerarci, fregandocene involontariamente delle esigenze dei più piccolini.
Pensiamo di fare del bene a loro ma in realtà siamo più noi che abbiamo bisogno di una valvola di sfogo e, alle prime lamentele, facciamo valere la legge del più forte.
Tutti abbiamo bisogno di momenti di relax, soprattutto i genitori che dall’inizio della settimana vedono in lontananza questo miraggio che vogliono a tutti i costi raggiungere. Il problema è che il relax mio o di Annurchetta non coincide spesso con quello dei nostri figli.
Quando un bimbo è sballottato da mattina a sera la prima cosa che vuole è stare tranquillo nel luogo in cui si sente più sicuro: casa. I suoi giochi sono la sua ricchezza, i genitori la sua sicurezza.
Se noi nel nostro piccolo pensiamo che la marrone vita possa essere un po’ meno marrone tingendola di verde prato o di grigio cemento o di azzurro mare va bene. La nostra serenità però viene meno se non ascoltiamo quelle vocine che chiedono il loro spazio.
Trovare il giusto compromesso non è facile e bisogna vincere da entrambe le parti. Un po’ rinunciano loro e un po’ rinunciamo noi. Rimanere a casa è una grande opportunità per lasciare i giusti spazi ai figli, far crescere in loro un senso di familiarità e sicurezza che si traduce in fiducia in se stessi.
Quando Paraventolo (perché per Sereno Poco Variabile c’è ancora tempo, anche se inizia a scalpitare) se ne sta a casa a giocare è un’altra persona: frigna di meno se usciamo, è meno stanco di fare le cose, è più predisposto ad ascoltare. Questa è la grande lezione che mi sta insegnando mio figlio: ascoltarlo. Sto imparando piano piano a farlo e purtroppo ho ancora molto su cui lavorare. Se lo sto a sentire, però, lui poi ascolta me.
Un giusto compromesso che ci aiuta a crescere insieme. Senno chi gliela fa’ ad arriva’ ai suoi 18 anni?
P.S.: la marrone vita è un mio modo per esorcizzare le cose negative, la vita è SORPRENDENTE e va assaporata ogni istante!