Dire o non dire, questo è il problema!

by Simone
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“No mamma, noooo”
“Franci, amore stai tranquillo, è solo un brutto sogno.”
“Nooooooo, noooooo, nooooooo…”
“Ste’, ma sta dormendo! Non è sveglio, anche se è in ginocchio sul letto”

Ricordo come se fosse ieri quando abbiamo scoperto che la famiglia si sarebbe allargata da tre a quattro. Paraventolo aveva poco più di due anni. La sua era l’età della mia chierica: il periodo d’oro della liberazione della piazzola di papà dai capelli.


Nonostante l’età che lo predispone a essere un “selvaggio”, è lì che abbiamo scoperto quanto sia un bimbo sensibile e quanto le nostre azioni possano influire negativamente sulla sua piccola vita.

Durante il primo periodo di gravidanza Annurchetta ha avuto dei problemi che si sono tradotti nello stare a riposo. Prendere in braccio Paraventolo non era contemplato.

Dire o non dire: questo è il problema!

Senza pensare alle conseguenze a cui si andava incontro, abbiamo fatto una scelta sbagliata e inconsapevole sul cosa e come dirglielo. Alla prima occasione in cui Paraventolo voleva essere preso in braccio papà, da bravo cazzone avariato, ha avuto la brillantissima idea aprire la bocca e dire: “amore non puoi ora, mamma ha la bua alla pancia”.

Una volte, due volte, tre volte nell’arco della giornata: pessima scelta! La prima notte si è svegliato piangendo nel letto, in ginocchio e ad occhi chiusi. Piangeva disperato, non voleva essere toccato né messo giù a riposare. Incredibile che stesse dormendo.

Il giorno dopo stessa storia: di giorno in braccio solo a papà perché mamma ha la bua e la notte a disperarsi. Alla fine dei giochi abbiamo passato due settimane intere a svegliarci di soprassalto per calmarlo.
A quel punto è scattato il campanello di allarme: cosa c’è che non va? Ci siamo guardati in faccia e apparentemente sembrava tutto a posto. Ci siamo interrogati se fosse successo qualcosa al nido: eravamo sicuri di no.

Mumble mumble. Penso e mi gratto la testa, accarezzo la chierica…un po’ come fanno le signore anziane sedute sul sofà con il loro gatto sulle ginocchia. L’unica differenza è che la mia piazzola non fa le fusa! 😉

La sera comincia la tavola rotonda e l’analisi delle ultime due settimane. Ci accorgiamo che le sue angosce notturne sono iniziate da quando gli abbiamo detto che mamma aveva la bua. Caz…caspita!

Ci guardiamo negli occhi e mi sento sprofondare nella cacca. Divento piccolo piccolo e mi rendo conto delle nostre e soprattutto delle mie azioni verbali.

Come un fulmine a ciel sereno le mie parole hanno stravolto la vita di un esserino piccolo e indifeso. Lo hanno portato a pensare che la mamma ha la bua alla pancia per colpa sua e che il rifiuto di prenderlo in braccio dipende da questo.

Si spiega l’angoscia notturna e tutto il resto. Si spiega il fatto di quanto papà non abbia pesato le parole. Una vita così piccina è sensibile al più piccolo cambiamento e non segue le logiche dei grandi, ma le proprie. La nuova realtà viene elaborata e digerita, molto male in questo caso.

Sentirmi l’artefice delle sue pene notturne è stato davvero un colpo basso alla considerazione che ho di me stesso di essere un buon papà. Mi sono sentito davvero male

Dire o non dire: ma che cavolo mi è saltato in mente? Ogni tanto ci ripenso e mi rincuoro da solo ripetendo che s’impara dalle esperienze, che servono a questo, no?

Abbiamo perso la battaglia, ma non la guerra. Siamo corsi ai ripari e abbiamo modificato la frase da dire dopo un attento studio.

“Mamma oggi è un po’ stanca amore mio: domani forse starà meglio e potrà prenderti in braccio di nuovo” è stata la nuova versione. Quella notte ha dormito più tranquillo: niente sussulti, per fortuna.

Abbiamo tirato un sospiro di sollievo e abbiamo imparato a nostre spese l’importanza di dire le cose nel modo giusto.

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4 comments

Cla Febbraio 9, 2018 - 11:02 am

Vero Simo, io comunque ho sempre detto tutta la verità ai miei figli, dalle cose più banali a quelle più serie! Comunque ogni genitore fa bagagli e impara dalle proprie esperienze! Un bacione

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SimoneDF Febbraio 9, 2018 - 12:37 pm

Ciao Cla, anche io sono sempre per la verità. A volte, come nel caso di questa esperienza, l’ho detta nella maniera peggiore…pace, ormai è andata e la prossima volta saprò come affrontare la situazione se devo dire qualcosa di delicato. Comunque sono sempre dell’idea che le esperienze negative sono quelle che ti fanno crescere e ti fanno migliorare. Se non ci sbatti il grugno, è difficile che ne fai tesoro…

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Lorenzo Febbraio 10, 2018 - 9:16 pm

Anche io sono per la verità. La sensibilità delle mie figlie poi mi frega, ed anche se “mento” loro sanno sempre le cose lo stesso….secondo me riescono a leggermi nel pensiero. I bambini hanno un sesto senso e riescono a percepire tutto. Comunque di sbagli ne ho fatti tantissimi e continuerò a farne. Sigh! La notte, mentre dormono, credo che rielaborano tutto quello che hanno percepito durante il giorno e se c’è qualcosa che non va scaricano lo stress piangendo.
Un saluto
Lorenzo

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SimoneDF Febbraio 10, 2018 - 9:46 pm

Ciao Lorenzo, grazie per aver condiviso il tuo punto di vista, su cui mi trovi d’accordissimo. Chi non sbaglia? Io sono un campione in questo. Ma il bello della vita non è anche questo (spero…)? Un saluto a te

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