“Ah, che bella questa vita!”
Se c’è una cosa che proprio mi fa sganasciare dal ridere è sentire le esclamazioni dei miei figli. Una doccia gelata o la più dolce delle frasi è lì, pronta a prenderti in contropiede. E tu che fai? Una beata mazza! Ti godi il momento, che sia positivo o negativo.
Credo che ciascun genitore abbia assistito a tante di quelle scenette o esclamazioni che ci potrebbe scrivere un libro. Ma chi, realmente, ha preso appunti e se le è scritte? Spero tanti.
Io mi affido molto alla memoria, ma ahimè, ora che sono diventato maggiorenne mi rendo conto di quanto è importante mettere nero su bianco certe esperienze.
Maggiorenne? Bah…forse ho capito male, Simo’. Ma non eri rimasto a dieci anni de cervello?
La vita corre davvero troppo in fretta e nel bene o nel male ti trovi a stringere tra le braccia un frugoletto di 50 cm come se fosse un peluche e poi, l’istante successivo ti domandi chi cazzarola è quel tizio alto 2 metri che dorme nella cameretta di tuo figlio.
In men che non si dica eccoli lì, già grandi (ma sempre piccoli nel mio cuore).
Non voglio fare un post struggente, tutt’altro! La consapevolezza che crescono, i figli, ce l’hai ogni giorno, ogni istante che passa.
Il miracolo di vederli crescere e di aiutarli nel farlo è uno dei doni più belli che abbiamo ricevuto, ma li mortacci, ahó, quanto è difficile!
Quindi eccomi qui, a condividere con voi, per chi non lo avesse già fatto, la scoperta dell’acqua calda. La tecnologia mi spaventa ma mi aiuta a tenere sempre vivo il ricordo di alcuni momenti in apparenza dimenticati. Ben venga!
Però mi sono un po’ impigrito, da questo punto di vista: stampo il minimo indispensabile. Sbagliato! Ogni anno, ogni mese, dovrei scegliere le foto migliori con Annurchetta e crearci un bell’album. Nonostante abbia la passione della fotografia, un po’ dormiente in questo periodo, faccio poco e stampo meno.
C’è un’altra cosa però che mi sta a cuore fare. L’ho decisa in questo ultimo anno. Alcuni ricordi vividi li posso di sicuro catturare con le foto, ma non tutti.
Quindi mi sono preso un piccolo quaderno in cui ho cominciato ad annotare le frasi più buffe o come se ne sono usciti i miei due figli di buona donna.
Vi posso assicurare che a mente fresca, descrivere la situazione e riportare le loro testuali parole è uno spasso, e rileggendole vado tutt’ora in estasi mistica.
Prima mi piscio sotto dalle risate e poi proietto nel mio cuore e nella mia mente quel momento. Una gemma incastonata nella mia anima. È lì, nessuno può più scalfirla, perché è una testimonianza vivida che riaffiora ogni volta che leggo.
Un esempio? Sereno Poco Variabile è rimasto a casa per un po’ di raffreddore per diversi giorni (che ce voi fa’, siamo in pandemia e si sta a casa…). Una mattina, giocando con i lego, dopo la colazione, seduto per terra, ha esclamato: “Ah, che bella questa vita!”, con un tono misto tra goduria massima e compiacimento di se stesso. Spettacolo! Ancora rido!
Oppure, ahimè, l’animo del camionista è saltato fuori in bagno. Lo stavo preparando per andare a dormire e lui, nel silenzio, mi guarda, spara uno scoreggione smarmittato di buoni 5 secondi e poi mi dice: “hai sentito il motorino? Stavo parcheggiando il motorino!” Ah ah ah, che tipo! Da grande farà il cazzaro professionista. Vi giuro che io non mai detto niente del genere, quindi certe cose o le sente da Annurchetta o dall’idraulico !
Un’altra volta, invece, Paraventolo, che in un periodo era particolarmente fifone da non rimanere in stanza da solo, mi chiede di mettergli a posto il quaderno dei compiti nella sua libreria. La mia risposta è stata ovviamente “vai tu, che problema c’è?”.
Alla fine, per la disperazione, gli ho lasciato il quaderno buttato per terra, vicino alla porta della sua camera, facendogli intendere che sarebbe rimasto lì. Allora lui tutto incacchiato prende il quaderno, entra dentro, lo posa e uscendo esclama sbraitando: “Lo vuoi capire che sono un cacasotto? Fattene una ragione! Mi devi accettare per quello che sono!”. Intanto in sottofondo si sentiva la vocina di Sereno Poco Variabile (tre anni e mezzo, ai tempi) che diceva al fratello: “Coco (lo chiama così), devi vincere le tue paure!”. Ancora mi manca il fiato al solo pensiero!
Non c’è niente di meglio che tornare a casa, sedersi sul divano e alleggerire la giornata, magari di merda, rileggendo le frasi o le cose buffe fatte! Ti passano tutti i guai e ti rendi conto che le cose che contano sono proprio queste piccole sfaccettature di quotidianità. Siete d’accordo?
2 comments
Andrea una sera prima di andare a letto lo stendo sul fasciatoio e esclama, ah che giornata!
2 anni e mezzo a rompere le palle tutte le notti e poi che giornata è la tua?
Ha già capito tutto, il furbetto! 😉 Se ti può consolare ieri sera Sereno Poco Variabile, dopo una giornata in cui mi ha fatto uscire gli occhi fuori dalle orbite, all’ennesima toccatina di nervi mi ha guardato e con molta empatia mi ha detto:”Papà, è proprio difficile fare il genitore!”. Poveracci noi! Un saluto