Chi l’avrebbe mai detto? Mi sembra di dieci minuti fa il tuo primo vagito, alle 6 di mattina. Un suono delicato, come la tua anima, piccoletto mio. Sarà perché sapevo a cosa andavo incontro, lo ho già vissuto col tuo fratellone, quindi mi sono gustato il momento con più consapevolezza.
Eri così piccino da tenerti nelle mie mani, indifeso, alla ricerca di qualcuno che ti coccolasse, mentre io ero in preda a un coccolone per l’emozione. Mamma piangeva, io piangevo, Paraventolo ronfava a casa di amici. C’è stato un silenzio surreale per una decina di secondi, rotto soltanto da alcuni tuoi mugugni, che mi hanno riportato alla bellissima realtà di genitore per la seconda volta.
Da lì ai tuoi due anni è bastato un attimo, un battito di ali e tu sei già diventato un ometto. Un ometto dagli occhi grandi come il mondo e la panzetta turgida, quel fare un po’ amorevolmente tarchiatello che ricorda il gatto Torakiki del cartone animato “Hello Spank”.
Gioia, furbizia e tanta voglia di fare il pagliaccetto ti hanno sempre accompagnato. Quanto adoro quando fai il pagliaccetto, stellina mia! Quando ti metti il ciuccio al contrario e cerchi le risatine di mamma, papà e Paraventolo. Oppure quando ti nascondi dietro la tenda trasparente e diventi invisibile, chiami “papà” per poi corrermi incontro in cerca di abbracci.
Nel mezzo di questa mareggiata di simpatia capace di coivolgere anche il più distaccato, è subentrata la fase dell’incazzoso molto variabile, che ha dichiarato fine alla modalità abatjour tanto decantata nell’allegra brigata.
E che ce po’ fa papà se quando te gira er chiccherone sembri l’incarnazione di Attila?
Purtroppo niente. Ringrazio il cielo che questa fase sembra essere superata, per ora.
Ci sono tanti momenti che ho stampato dentro di me, nel mio cuore, nella mia anima. In soli due anni hai stabilito un record. Alla fine dei conti non so se siano state più le imprecazioni o le risate che mi hai fatto fare, ma ti posso garantire che un solo sorriso vale tutte le imprecazioni di questo mondo.
Sei un coscienzioso gestore del ristorante “Le emozioni”. Sei l’esploratore della pazienza infinita di papà e mamma, sei il piccolo grilletto che zompetta sempre, che porta scompiglio e risate sguaiate. Sei l’energia che tiri fuori da me ogni volta che arrivo stanco in casa, pronto a tuffarmi a bomba nel letto di casa…e mi ritrovo a giocare a calcio, o lanciarti per aria insieme alla tua spalla, Paraventolo.
Sei generoso, sai ascoltare e quando ti incazzi sei incontenibile (questo mi preoccupa un po’). Ora hai anche imparato a dare i bacetti e quando sfiori le mie guance con quel suono da pesciolino rosso vado in brodo di giuggiole. Ho sempre detto e ribadisco che la vita è sorprendente e che il suo senso è il miracolo della famiglia. Voi ne siete la prova ed io sono il testimone oculare.
Certo, non sono tutte rose e fiori anzi…soprattutto quando giochi con la palla (quella vera 😉😉). Quante volte mi sono sgolato e ti ho tolto quella palla che vola fino al soffitto! A proposito: ma come caspita fai a meno di due anni a tirare certe bordate che arrivano al soffitto? Hai una dote naturale, lo sai? Ti amo, piccolo gigante.
Oggi sei diventato un pezzettino più grande ed io cerco di godermi tutto quello che puoi dare, con i tuoi tempi e le tue modalità. I tuoi occhi risplendono dentro di me, i tuoi sorrisi sguaiati alla ricerca supplichevole di un mio nuovo affondo sono linfa vitale.
Non vedo l’ora di darti ancora di più, di vederti crescere, ma nello stesso tempo non voglio che tu cresca mai. Vorrei tenerti sempre stretto tra le mie braccia per proteggerti, riempirti di baci e di coccole, sentire il profumo della tua pelle, il peso leggero della tua vita aggrapparsi a me, sempre.
Non sarebbe giusto però. Mi acconento di prendere le tue dolci manine e accompagnarti nella vita piena di curve, insegnarti a guidare, ad amare, a rispettare il prossimo e vederti allontanare per la tua strada, sereno. Buon compleanno amore mio.
P.S.: ma oggi è anche il compleanno di qualcun altro! Buon compleanno mamma!