“Papà, lo sai cosa c’è schitto qui?”.
“Si! C’è scritto Francesco qui, su questo post it”.
“No papà, c’è schitto “niente paura” perché io quando mi sveglio la notte che ho paura guaddo qui, leggo “niente paura” e la paura mi passa, non ho più paura!”.
“Hai ragione tesoro mio, c’è scritto “niente paura”…”
Immaginate di stare a giocare la finale di calcetto balilla in camera dei vostri figli. Siamo agli sgoccioli: tuo figlio è in vantaggio. Il tifo del pubblico immaginario è assordante, ultima azione. Siamo 8-8, chi fa il prossimo goal ha vinto la coppa del mondo.
Poi, come un fulmine a ciel sereno arriva lei: la frase che non ti aspetti (e che fa cacare sotto dalla tenerezza il papà, aggiungerei…).Per tanti motivi non te l’aspetti. Sono rimasto spiazzato dal suo modo di essere, non avrei mai immaginato quanta forza d’animo potesse avere il mio Paraventolo, a meno di 4 anni.
Eppure sono qui a raccontarvelo, questa magia che accomuna tutti i bimbi è qualcosa che sfugge al nostro controllo, alla nostra razionalità. Io non so come possa avere maturato un pensiero simile, ma vi giuro che mi ha fatto tenerezza e impressione allo stesso tempo.
È l’età in cui si comincia a conoscere il mondo, a generare un’autocoscienza, a provare le prime paure e a fare incubi.
Parlando con Paraventolo ho capito che lui ha paura delle streghe, mica dei tirannosauri! I tirannosauri ossessionano papà da un po’ di tempo, pare se lo vogliano mangiare…ma papà è più veloce e alla fine ne esce sempre bene (…e je fa pure er gesto dell’ombrello!).
Ho raccontato il fatto a mia sorella, che è davvero in gamba a darmi consigli (grazie alla sua sensibilità e al suo percorso di studi sul Counseling olistico). Mi ha chiamato una mattina, dopo che nostra mamma le aveva raccontato della scritta sul post it.
Le ho detto che da qualche giorno, quando vedo quel foglietto verde, continuo a ripetere a Paraventolo che c’è scritto “niente paura”.
Lei, giustamente, mi ha suggerito che:
• È meglio mettere in evidenza gli aspetti positivi;
• Al posto di “niente paura” conviene usare parole come “forza” o “coraggio”, in grado di trasmettere positività;
• Ogni volta che prova paura deve pensare alle cose che gli piacciono di più e lo fanno stare bene. Le cose belle cacciano via quelle brutte;
• Se gli ricapita, deve pensare di essere circondato di uno scudo di luce, fatto con l’amore di mamma, papà, gli zii, i nonni e di tutte le persone che gli vogliono bene (e chi lo attraversa quello scudo? Nessuno!).
Caz…acciderbolina se sono d’accordo! Sono ancora in fase di sperimentazione ma di sicuro è molto importante dare esempi di positività, a partire dalle parole che scegliamo.
Cominciano le prime paure dei bimbi e cominciano le prime piccole preoccupazioni di mamma e papà. Il bello deve ancora venire ma intanto facciamo tesoro delle nostre esperienze e dei consigli delle persone care.
Voi cosa raccontate ai vostri tesori, quando hanno paura?