Alla scoperta della natura: Ottobre e le castagne.

by SimoneDF
Castagna nel suo riccio

“…e poi diceva: grazie, grazie davvero che ci avete invitati! è bellissimo qui!”
“Ma davvero?”
“Si! È stato tenerissimo.”

Se dico “Ottobre” (si,si, lo so, siamo a Novembre…) che cosa vi viene in mente? Vino, sagre, funghi porcini e…castagne

Una cosa che si fa molto meno, in genere, nella vita di oggi, di tutti i giorni, è stare immersi nella natura. Ricordo che da piccolo passavo settimane a casa della mia nonna materna, in Umbria, nel verde, a giocare, andare in bicicletta e fare il diavoletto. 

I tempi purtroppo, sono cambiati. Il mondo ha preso una direzione che per alcune cose è molto comoda ma dall’altra ci ha allontanati un po’ dalla natura. Quelli che prima erano i luoghi d’incontro come le piazze, sono stati sostituiti dai centri commerciali. 

Prima si parlava molto di più, faccia a faccia. Ora stiamo seduti gli uni accanto agli altri e per parlare ci mandiamo messaggi su Wathsapp, Messenger, Telegram e altre diavolerie simili. La amo, la odio a volte, la tecnologia. Di solito se ne fa un uso sconsiderato e nel modo sbagliato. 

E basta, Simo’!!!! Quanto sei pesante! Sempre le stesse cose! Ma a ‘sti poveracci che je frega delle tue pi..paturnie mentali? 

Torniamo a Ottobre. Con l’inizio della scuola elementare del mio dolcissimo Paraventolo  sono cominciati i compitini di esplorazione del mondo circostante. Per il tema “autunno” gli è stato richiesto di portare in classe qualcosa che rappresenti, appunto, l’autunno.

Le foglie secche, starete pensando tutti voi. Bravi! Io pure. 

Però si potrebbe fare qualcosa di più. Visto lo stato di grazia del tempo anche qui dove vivo, ci siamo organizzati con le famiglie di un paio di amichetti di Paraventolo.

Una domenica ci siamo messi d’accordo per andare a raccogliere le castagne a una ventina di minuti da casa. La strada è molto bella e passa in alcuni tratti di verde che ti “arricrea”, come direbbero gli amici napoletani.

Arrivati lì si va su per una stradina che passa in mezzo ai castagni. Ricci ovunque, come se piovessero (sai che male se ci cadono in testa). Beh, che posso dire? Armati di buste, anche se secondo me conveniva attendere altri 10-15 giorni, ci siamo messi a scoprire la natura e raccogliere queste famigerate castagne. 

Noi papà abbiamo allungato il passo e siamo andati più avanti, lasciando mamme e figli più indietro. Quando ci siamo ricongiunti, ho visto gli occhi dei miei due pargoli illuminati per la felicità di essere immersi nel verde, a scoprire il mondo.

É il regalo più bello che si possa fare ai propri figli. Uscire e dedicargli tempo per creare un legame. 

Annurchetta mi ha riferito che Paraventolo era al settimo cielo e ripeteva continuamente alle mamme dei suoi amichetti :“Grazie per averci invitato, è bellissimo!”. Abbiamo continuato tutti insieme per un’altra oretta,il tempo di fare 3-4 chili di castagne.

In quel lasso di tempo i bimbi hanno imparato a loro spese che provare ad aprire il riccio della castagna (nome botanico “achenio”, l’ho scoperto mentre preparavo il post!) non è bene. Ci vuole qualcosa diverso dalle mani per aprirlo! 

Inoltre hanno scoperto che le castagne possono avere dei simpatici abitanti (i vermi) e hanno tirato le loro conclusioni su quali sono papabili per essere mangiate e quali è meglio lasciarle stare. Esperienza unica!

A ora di pranzo ci siamo apparecchiati su un bel prato verde. Abbiamo mangiato, ci siamo rilassati e goduti il fresco e la natura. Sereno Poco Variabile, a un certo punto, col sorriso allacciato dietro le orecchie mi abbraccia forte per manifestarmi la sua felicità di essere lì, tutti insieme, e divertirci. 

Cosa ci può essere di più gratificante della gioia della tua famiglia? Assolutamente niente. 

Momenti come questi sono da incorniciare, da scrivere nel diario della gratitudine e da ripetere. 

Per me è il modo più bello di timbrare il cartellino della presenza, di dire “presente” quando la vita, la nostra maestra, fa l’appello di chi c’era con i propri figli. 

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