“Simo…senti…ho un ritardo di qualche giorno…!”
“Santa pupazza! Non credo che sia il nostro caso, è troppo presto. Voglio dire: nemmeno abbiamo cominciato a provarci…è IM-POS-SI-BI-LE! Fidati”
Mi ricordo come se fosse ieri il pensiero di essere uccel di bosco, fare come mi pareva, uscire e rientrare al mattino, andare a lavorare, andare in moto. Viaggiare…
Poi, come in tutte le belle favole che si rispettino, è arrivata Lei a togliermi da quel mondo in cui, diciamocelo, mica ci stavo così male! Sta di fatto però che la fatina Annurchetta mi ha stregato! Non ha usato né una mela avvelenata (al massimo la può usare ora che non mi sopporta più) né un fuso di un arcolaio (che mi darebbe in petto).
Io avrei fatto le cose in grande, come per esempio un ber paio de pantofole de cemento pe’ vede bene i pesci nel mare!
È bastato il suo modo di fare che, come si direbbe a Roma, “a me me piace tanto!” ed io mi sono completamente rinco…mbambito, rimbambito. Si, proprio rimbambito volevo dire.
Una parte della mia vita si era trasformata, ma più o meno non era cambiata tanto. A parte il fatto che avevo il paraocchi dei cavalli, che prendevo pizzicotti sulla schiena e stavo a pane e acqua la sera se guardavo qualcuna, la vita scorreva felicemente.
Ci siamo sposati ed io ho messo il chip sottopelle, come i cani. Se dico una bugia, lei mi controlla. Se non sono nel posto che le ho detto (e lo può vedere con la app di geolocalizzazione) mi prendo la scossa elettrica.
A parte questi bellissimi gesti di amore…a un certo punto io e Annurchetta ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che era il momento di pensare a dei figli (anche perché non avrei retto ad altre torture). Già, ma siamo sicuri? Cioè, siamo proprio sicuri sicuri sicuri di volere un bambino?
Non ci abbiamo pensato un attimo e così, tra un allenamento e l’altro, ci stavamo abituando all’idea di avere dei pargoletti dentro casa.
Il fatto di immaginare già di essere genitore è una sensazione mista a terrore e amore. Sai che vuoi anzi, vorresti, ma hai una paura fottuta di non essere all’altezza. E se poi non sono capace? E se poi lo stipendio non basta più? Ma prima devo comprare casa, per dargli un posto dove stare. E se poi con il lavoro non andasse bene come posso fare?
Tutte domande lecite e legittime, che devono essere valutate dalla coppia, sempre. Mi sono accorto però, ci sono passato anche io, che spesso il muro delle pippe mentali è un muro alto 100 metri. Ai nostri occhi è un muro insormontabile, fatto di mille paure che diventano, a volte, scuse banali per rimandare di un altro po’.
Volete sapere qual è la verità? Che in realtà non esiste mai un momento perfetto per avere un bambino, perché puntualmente arriverà qualche imprevisto.
Per mia esperienza personale farsi troppi problemi porta a rimandare l’argomento. Ci può stare. L’importante è che non diventi una procrastinazione cronica. I bimbi sono angeli, portano amore e fortuna ai neogenitori. Sono un infuso di amore e buoni propositi, sono il primo mattoncino per essere una persona migliore.
Mi sentivo pronto, prima dell’avvento di Paraventolo, ad accettare la sfida di essere papà. Tra il sentirsi pronto e l’esserlo realmente però, c’è un abisso che non si colmerà mai. Progettare l’ampliamento della famiglia è bellissimo, è una grossa responsabilità, è un cambio di vita, di orari. Avere un figlio ti fa diventare paranoico, soprattutto con il primo, perché non sai da che parte cominciare, non sai come ci si approccia con un esserino che rigurgita e riempie i pannolini ogni 30 minuti, piange e dorme.
Ci sono passati tutti, ho cominciato da poco meno di 6 anni anche io. Non contento ho deciso di fare il bis poco meno di 3 anni fa. I progetti erano nei nostri pensieri, sì, ma non abbiamo aspettato il momento giusto. Se avessimo fatto così a quest’ora probabilmente saremmo ancora in giro per l’Europa, in moto, a goderci la vita come abbiamo sempre fatto in passato ma con uno strano e inconsapevole senso di vuoto nei nostri cuori.
Non abbiate paura. Non abbiate troppi timori. Soprattutto, il momento giusto non esiste!
4 comments
PROPRIO VERO!
Il momento giusto non esiste.
Il MOMENTO GIUSTO È QUANDO DECIDI DI VIVERLO.
🙂
Sono d’accordo, il momento giusto è quando decidi di avorlo. Io ho deciso di averlo dopo i 60. Quando sarò in pensione, cosi potrò godermelo al massimo. Adesso ho 56 anni e la mia compagna 32.
Ciao Amedeo, se posso darti un consiglio comincia ad allenarti sin da ora. Un grande esercizio fisico aiuta a stargli dietro! L’ho capito solo dopo assermi, ahimé, massacrato la schiena…un saluto!