Il senso della vita è il miracolo della famiglia!
Lo credo davvero così come credo che il mestiere più difficile del mondo è quello di fare il genitore. Se vuoi fare il genitore, ovvio.
Non c’è niente di più sfidante, logorante, soddisfacente ed entusiasmante che essere un papà, un genitore.
La genitorialità è un superpotere che va usato con cautela. Un po’ come la nitroglicerina: la usi con molta attenzione o rischi di esplodere 🧨😱.
Questo post di riflessione, di fronte allo specchio della mia anima, delle mie insicurezze e paure più ancestrali mi pone di fronte a uno dei propositi, credo, tra i più importanti che mi sono fatto da papà: “ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” 😂
Scherzi a parte, ci sono tantissime cose che passano dentro questa testa semivuota e una su tutte mi arrovella la capoccia: piantare il semino del pensare con la propria testa.
Lo scorso anno ho letto un libro davvero interessante, uno dei più belli in assoluto, se non il più bello. Un libro che è un invito a farsi domande, a pensare e cercare delle risposte nei fatti. Un libro che, nonostante tutto, dimostra che il mondo sia un posto migliore di come ce lo dipingono.
Ve lo spoilero un po’? Solo un pochetto, però, perché mi sa che ho intenzione di farci un post più approfondito in seguito. 😉
Il libro in questione è Factfulness, di Hans Rosling. Il signor Rosling è stato un medico, oltre che statistico a accademico svedese. Ha fondato la sezione svedese di medici senza frontiere e come tale ha viaggiato per il mondo. Ha passato anni in Congo cercando di curare e studiare malattie paralizzanti come il Konzo (io manco sapevo che era…).
Il libro è diviso in capitoli (ma dai!). In ogni capitolo ci racconta delle sue esperienze fatte e alla fine di ogni capitolo si trova una perla di saggezza. Sono chicche che invitano il lettore a riflettere, a non fermarsi alle apparenze, a cercare un termine di paragone. Insomma, a pensare, a ragionare.
Non a caso prima di cominciare chi legge viene invitato a rispondere a una serie di domande che, una volta risposte, ci fanno capire quanto siamo spesso distanti dalla vera realtà.
Istinto della paura, della negatività, della generalizzazione e altro ancora (non fatemi spoilerare troppo) vengono trattati con esempi tratti dalla sua esperienza di vita come medico e come uomo.
Un uomo che, come tutti gli altri, ha delle convinzioni, anche sbagliate, ma non si vergogna di raccontarle. Non nasconde i suoi errori ma parte da questi per arrivare a delle conclusioni.
Il libro ha tantissimi riferimenti, dà informazioni che si possono andare a consultare su libri, siti e chi più ne ha più ne metta. No, signor Rocco, non mi riferivo a lei 😅! È un testo che mi ha folgorato e insegnato davvero tanto.
Non vorrei suscitare insurrezioni popolari ma dovrebbe essere impiegato nelle scuole per aiutare i bambini e gli adolescenti a pensare e a sviluppare un senso critico, soprattutto ai giorni nostri. Troppi stimoli, troppe informazioni. Ma da chi vengono queste informazioni? Come gestirle? Cosa pensano i bambini e gli adolescenti di alcune notizie che si sentono (in questo periodo storico poi…) in tv?
Soprattutto, come posso aiutare i miei figli a elaborare le informazioni, a capirci qualcosa, a non farsi spaventare da quello che sentono e vedono?
Factfulness arriva in aiuto dei miei buoni propositi. Non so bene da dove cominciare e come cominciare, visto che Paraventolo ha 8 anni e Sereno Poco Variabile (Katrina lo ribatezzerei, è un ciclone🤦♂️) 5. non è facile trovare le parole.
Ma gettare il seme, instillare nelle loro testoline intontite dalla bellezza del mondo, dell’anvedi romano, la sensibilità di cominciare a porsi una domanda dopo aver sentito una notizia…è il nostro obiettivo di genitori. Il mio obiettivo di papà.
In un mondo che ora si schiera o tutto a destra o tutto a sinistra, o con i no vax o con si vax, Factfulness mi ha insegnato a comprendere meglio che questi sono soltanto estremi, e rappresentano una minoranza.
La stragrande maggioranza delle persone si trova lì, nel mezzo, su una barca la cui unica direzione è spesso in balia del sentito dire.
Ci proverò, imprecherò perché non mi cacheranno di striscio, magari non ci dormirò la notte per capire come trasmettere certi valori, come fargli accendere la lampadina.
Gli antichi dicevano “Repetita juvant” e io farò così. Dopo 500 milioni di ripetizioni e rotture di balle, secondo voi almeno un semino attecchirà nella loro testa?
Dai, sono positivo, credo di si. Anzi, ne sono sicuro così come sono sicuro che se glielo ripeto una volta di troppo mi prenderò un inevitabile vaffa e una legnata sui reni!