Da bravo papà sono partito con tutti i buoni propositi di questo mondo, all’inizio dell’anno.
La voglia di fare con i miei figli, nonostante il periodo impegnativo al lavoro, la pandemia imbizzarrita e chi più ne ha più ne metta, è ripartita alla grande.
Mi ero persino dato una strigliata da solo per quanto riguarda pubblicazione degli articoli del blog, cominciando a ridare una sorta di regolarità alle mie maccheroniche attività editoriali.
Tutto questo bellissimo inizio, fatti di voglia di ricominciare…bello davvero! Mi guardavo allo specchio e mi stringevo la mano da solo. Col cartone del rotolo di carta igienica in a mano, in pigiama, davanti allo specchio, mi intervistavo e mi facevo i film di come ci stessi riuscendo.
Il mio pigiama incravattato la diceva tutta! Poi, il 24 Febbraio, purtroppo, i miei sogni pigiamosi sono andati a sbattere a 300 km/h senza cintura di sicurezza allacciata contro un muro di cemento armato.
I miei figli, i nostri figli, sono stati risucchiati in una nuova spirale di sofferenza e di paure: la guerra.
Per quando la vita sia imprevedibile, e dopo due anni di merda passati a combattere la pandemia e i possibili strascichi che questa lascerà ai nostri piccoli quando saranno grandi, non me l’aspettavo davvero.
È giusto che i nostri figli sappiano, ma con controllo. Io e Annurchetta dobbiamo essere il filtro verso il mondo esterno, un mondo che spesso neanche noi adulti capiamo. Figuriamoci un bambino di 6 anni che comincia la prima elementare all’inizio della pandemia! Quell’altro, 2 anni e mezzo fa, per fortuna ancora capiva poco.
Ora la notte dormo ancora tranquillo, ma di giorno sono pensieroso, preoccupato. Preoccupato per loro e per i figli di tutti. Che razza di mondo stiamo lasciando nelle loro mani? Con che faccia, da nonno (spero di arrivarci), guarderò i miei figli? Come farò, se lo spettro di questi orrori fuori dal mio controllo saranno all’ordine del giorno?
Non mi stupirei se un giorno mi dicessero: ” papà, ma perché mi hai messo al mondo se questo mondo è una merda? ” Non li potrei biasimare. Biasimerei me stesso, e invece di farmi le interviste in pigiama davanti allo specchio dell’armadio è facile che mi sputerei in faccia.
Ma c’è un “ma”. Credo che ognuno nel proprio piccolo possa contribuire a trasmettere ai propri bambini il senso del rispetto, dell’amore, dell’unione, del vinco-vinci. Da soli non si va da nessuna parte. L’unione fa la forza.
Come ho già scritto in questo post, l’esempio è sicuramente la migliore medicina per provare a cambiare il mondo.
Sono un esempio per Paraventolo e Sereno Poco Variabile (non quando faccio il cazzaro), allora che questo esempio sia di rendere questo mondo un posto migliore. Come? Con azioni misurabili nella quotidianità. Sia il mio esempio (e quello di Annurchetta) il primo mattoncino per rimettere a nuovo il pianeta.
Mi piacerebbe concludere con una frase che dico sempre quando faccio il pirla, con i miei amici. Credo che i miei coetanei se la ricordino bene, perché è tratta dal film Rocky 4:
Se io posso cambiare…e voi potete cambiare…allora tutto il mondo può cambiare!
Buona vita a tutti, non sprechiamola!