Da quando sono diventato papà ci sono cose che prima non osservavo: ora le noto molto bene. Ci sono situazioni che prima non capivo nemmeno perché esistessero o si creassero: ora so bene perché e come.
Quando diventi responsabile in prima persona di qualcun altro che non è te stesso vieni risucchiato in un buco nero che ti scaraventa in un’altra dimensione. Cambi punto di vista, passi dall’altra parte della barricata e gli occhi cominciano finalmente a vedere.
Secondo me te sei fumato un campo de girasoli o roba strana, Simo’…
La festa della mamma rientra in questa categoria. Da piccolo, ma non ne ho il ricordo, di sicuro era un momento magico che consacrava il rapporto tra mamma e figlio, quasi una proposta di matrimonio. Quando si cresce diventa come una specie di onomastico di seconda categoria. Male Simone, molto male!
La vita è buffa, per come si mettono le cose, non è vero? Ora sono papà di due splendidi figli e ho una moglie fantastica. Mi rendo conto che questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata una mamma al mio fianco, con i suoi insegnamenti, le sue punizioni, i suoi no, la sua coerenza e la sua cocciutaggine.
Questa giornata va festeggiata alla grande, allora! In particolare, voglio celebrare le due persone più importanti nella mia vita: Annurchetta e mia mamma (che, guarda un po’, si somigliano come due gocce d’acqua in certi comportamenti).
A voi dedico queste righe di spazio in un articolo del mio blog , che nel mio cuore sono spazi infiniti.
Cara mamma, non l’ho mai fatto pubblicamente ma grazie per tutte le notti insonni che ti ho fatto passare, da quando ero piccolo a quando ero adolescente. Eri costretta ad aspettarmi o a venire a prendermi da qualche parte.
Grazie per essere sempre stata presente e vigile durante la mia crescita, da bimbo a uomo già fatto. Ti ringrazio per la continua presenza ancora oggi, per la tua discrezione anche nell’osservarmi sbagliare. Grazie anche per la possibilità che mi hai dato di portare a casa tutti: gli amici, le amiche. Hai potuto vedere, così, chi frequentavo, senza farmelo capire direttamente.
Grazie per essere stata un’amica oltre che una mamma, una persona con cui confidarmi (anche se è stata dura): mi hai fatto capire così l’importanza di dirsi tutto. Non è un caso se ho imparato a fare lo stesso con l’altra persona più importante della mia vita, la mia compagna, Annurchetta.
Cara Annurchetta, grazie per essere al mio fianco, per sopportare tutti i treni che mi partono ogni 5 minuti. Essere mamma è un dono enorme che la vita ti ha fatto e da papà capisco solo ora la sua vera importanza. Vedo nei tuoi occhi, negli occhi dei nostri figli, Paraventolo e Sereno Poco Variabile, cosa significa essere una mamma.
Mi si stringe il cuore nel vedere i lavoretti, le poesie. Capisco l’amore attraverso la voce piccina e spezzata dall’emozione dei bimbi, nel recitare la poesia per te, il loro grande amore. Mi commuove capire quanto amore la figura della mamma possa dare, quanto calore un abbraccio consolatorio fa nel momento giusto.
C’è da capire perché durante la prima fase della vita, eccetto i primi anni, questo mistero ritorni ad esserlo fino a quando non si scopre la genitorialità. Forse sarebbe stato più facile interpretare la vita, fare la cosa giusta, fare meno sbagli, no? Sbagliando però, si capisce a fondo qualsiasi cosa o situazione e si cresce. Insomma, avrete capito che ho le idee molto chiare sull’argomento…
Mistero o no, oggi è un giorno speciale non solo per me ma anche per tutti voi: per chi ha una mamma, per chi lo è o per tutte e due le cose. Un pensiero a tutte le persone che non sono ancora mamma, che non possono o che per altri motivi hanno scelto di non esserlo.
Mamma, Annurchetta, avete il massimo della mia stima, del mio amore e della mia comprensione (anche se quest’ultima a volte vacilla 😛). Se sono così lo devo principalmente a voi, come uomo e come marito. Grazie di cuore.
4 comments
Grande Simo! Campo de girasoli a parte….:-) sei una persona speciale!
🙂
Sono commossa per le tue considerazioni mi fa sorridere l’idea che tu adesso stai facendo esattamente le stesse cose che ho fatto io.
Tutto è fatto con una leggerezza con una naturalita’ perché è l’amore che ci guida oltre che le infinite considerazioni su come è meglio agire e comportarsi per non dare l’impressione di controllare tutto. I ruoli si scambiano e allora VEDI. Sono orgogliosa di voi e adoro.
Cara mamma, mi rendo conto che la strada di un genitore è sempre in salita, anche quando siamo indipendenti. Raggiungere la cima è un privilegio di pochi: percorrere le strade meno battute e più difficili è una scelta dura, ma che porta i suoi frutti. Capirlo, ora, con 40 anni sul groppone e la chierica della pazienza, ha senso. Solamente grazie al tuo impegno costante hai raggiunto la cima. Grazie per questo. TVB